Carcere

Carcere della Dozza a Bologna. Foto Ansa

 

«A Bologna, la Dozza ha una situazione strutturale ormai talmente complessa e vetusta da rendere impossibile un lavoro di recupero all'interno di questa struttura, ci sono tanti investimenti da fare». L’assessora al welfare dell’Emilia-Romagna, Isabella Conti, denuncia le gravi criticità legate alla condizione delle carceri nella regione, focalizzando l’attenzione su uno degli istituti più problematici del territorio. «È un carcere che è stato realizzato nel 1982 con criteri vecchissimi, dove all'interno di una cella che era prevista per un detenuto ce ne stanno due di default. Alla Dozza ci sono 856 detenuti, quando la struttura potrebbe ospitarne solo 500». Queste cifre, inevitabilmente, impattano negativamente tanto sulla vivibilità delle condizioni di detenzione quanto sulla sicurezza interna. Un problema collaterale, infatti, è anche la gestione del personale penitenziario: «Questa situazione comporta di conseguenza un pericolo continuo e costante di sommosse e di rivolte perché il personale è troppo sottodimensionato rispetto al numero di detenuti che ci sono. La pianta organica della polizia penitenziaria è tarata su 500 detenuti. Peraltro, si dividono su tre turni, quindi è evidente che se noi abbiamo un turno per 856 detenuti, il rischio che esploda una rivolta e che non ci siano le condizioni per sedarla è altissimo».

La criticità del carcere della Dozza non è però un caso isolato. Il quadro generale, infatti, non è più rassicurante se si allarga lo sguardo all’intero territorio regionale, dove sono presenti 10 strutture penitenziarie più una per i minorenni, quella del Pratello a Bologna. «Sono tutte piene, dal 120% al 170% rispetto alla loro capienza. Non abbiamo mai avuto le carceri con questo tasso di sovraffollamento», spiega Conti.

L’assessora solleva anche il problema di una generale scarsità delle risorse e degli insufficienti investimenti a livello nazionale. La Regione però, vuole sopperire a questa mancanza. Dopo la sua ultima visita alla Dozza lo scorso 25 marzo, è emersa la volontà di stanziare risorse utili al miglioramento del welfare negli istituti di pena: «Abbiamo portato una delibera di giunta in cui investiamo 4,2 milioni di euro che stiamo ottenendo dal piano di una giustizia inclusiva a livello governativo».

I fondi, spiega Isabella Conti, saranno indirizzati a nuove iniziative e attività per i detenuti che consentano loro di impiegare il proprio tempo in modo dignitoso e soprattutto di poter avere più opportunità una volta usciti. Ma non solo: «Noi stiamo lavorando anche per coordinare tutta una serie di attività mediche, sanitarie, a partire da dentisti fino a sostenere il supporto psicoterapeutico e psicologico sia ai detenuti che alla polizia penitenziaria».

 

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