Suicidio Assistito

Il presidente della Regione Michele De Pascale (foto: Ansa)
«Non dobbiamo scaricare sul governo tutte le responsabilità. È il Parlamento che deve legiferare su un tema così complesso». Il presidente della regione Michele De Pascale, sul tema del fine vita, con tutte le complessità etiche, morali, mediche e politiche che ad esso conseguono, invita ancora una volta le Camere a fare un «salto di serietà» e a disciplinare a livello nazionale, in maniera organica e ponderata, una delle questioni fondamentali per una piena tutela sostanziale dei diritti umani. Di vita e, in questo caso, di morte dignitosa.
L’accoglimento dell’istanza di sospensione delle delibere regionali che consentivano il suicidio assistito in regione aggiunge ulteriore incertezza al vuoto normativo statale?
«Sì, in realtà il Tar ha accelerato il giudizio (qui l'articolo sulla sospensione delle delibere: il Tar frena sul suicidio assistito) e solo il 15 di maggio esprimerà la sua valutazione di merito sulla delibera che aveva adottato l’amministrazione Bonaccini. Noi continuiamo a denunciare in un coro abbastanza unisono delle Regioni la necessità di una legge nazionale. Non è accettabile che si lascino le singole Regioni a identificare modalità diverse per affrontare un tema così rilevante che addirittura è stato oggetto di una sentenza della Corte Costituzionale. Richiede un comportamento univoco in tutta Italia. Non è possibile che uno stesso caso, in Sicilia, in Emilia-Romagna o in Lombardia venga affrontato in tre modi diversi».
In Emilia-Romagna si parla di tre casi di richiesta di suicidio assistito. Per due di questi l’iter è concluso, ma non è così chiaro se ciò significhi che il suicidio è stato portato a termine. È così?
«La sentenza della Corte Costituzionale ha identificato in maniera chiara quali sono i principi e le caratteristiche che le richieste di suicidio devono necessariamente avere. Ha dato un decalogo preciso, lasciando poco spazio interpretativo al legislatore. La delibera della Regione ha semplicemente sistematizzato e messo ordine in una procedura che è stata definita a monte dai giudici della Consulta. In assenza di un metodo codificato le singole Ausl potrebbero attuare comportamenti diversi. In alcuni casi si potrebbero addirittura costringere i cittadini a fare ricorso al giudice per veder rispettato il loro diritto. Le delibere sono state un tentativo di aiutare tutte le aziende sanitarie regionali ad attuare in maniera corretta i principi sanciti dalla Corte».
In Toscana la Regione ha osato di più, c’è una legge sul suicidio assistito
«È chiaro che se il governo non dovesse impugnare la legge Toscana saremmo davanti a un paradosso. Lì la minoranza di centro-destra si è opposta all’intervento normativo. Di fatto il governo nazionale la fa andare avanti? È chiaro che se così fosse sarebbe un indirizzo per le altre regioni come un chiederci di seguire quella stessa strada».
Al netto di tutto, qual è la soluzione?
«Io continuo a sperare che ci sia uno scatto di serietà da parte del Governo e del Parlamento, perché poi le leggi è qui che si fanno. Non dobbiamo neanche scaricare sul governo tutte le responsabilità. È il Parlamento che deve legiferare su una materia così complessa».
Qui l'intervista alla consigliera di Forza Italia Valentina Castaldini
«Sul fine vita poche discussioni»