Rifugiati

Una famiglia fuggita dal proprio Paese natale (foto Ansa)
Non smette di crescere, di anno in anno, il numero di persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa di conflitti, persecuzioni o condizioni di vita insostenibili.
I dati pubblicati da "Global Trends", studio di monitoraggio di Unhcr, agenzia Onu per i Rifugiati, rivelano il quadro completo del numero di individui che fuggono da realtà in pericolo, come quella in Sudan, Myanmar e Ucraina, paesi nei quali la guerra ha determinato il principale fattore dietro la fuga di milioni di persone.
Dei 122.1 milioni di sfollati, è aumentato a dismisura il numero di coloro che si trovano attualmente ancora nel proprio paese: da 67.2 milioni di fuggitivi a 73.5 milioni, una differenza di 6.3 milioni alla fine del 2024 .Se è vero che 60% delle persone costrette a fuggire non lascia mai il proprio Paese, il Sudan rappresenta attualmente il caso più critico con 14,3 milioni di rifugiati e sfollati interni.
Tra quelli invece che, in un modo o nell’altro, superano i confini del proprio Paese (42.7 milioni) , il 67% rimane nelle aree limitrofe: interessante scoprire che le mete a basso e medio reddito ospitano il 73% dei rifugiati del mondo.
Per quanto riguarda il caso dell'Italia (dati aggiornati a fine 2024), si parla di circa 150.000 beneficiari di protezione internazionale, 207.000 richiedenti asilo e oltre 163.000 cittadini ucraini che beneficiano di protezione temporanea. La quantità di apolidi (coloro senza cittadinanza in nessuno stato) è stimata invece a tremila persone.
A distanza di dieci anni, dall’inizio degli studi, il novero dei fuggitivi è diventato quasi il doppio, tuttavia i fondi per i bisogni umanitari non hanno avuto grandi miglioramenti, anzi sembrerebbe essersi praticamente fermati al 2015.