La città

Il nuovo scenario del Canale di Reno (foto di Sofia Pellicciotti)

 

«Il canale aperto mi riporta a quando ero bambino, una volta c’erano le lavandaie qui». Giuseppe ha 81 anni e passeggia lungo la pedonale del canale in via Riva di Reno inaugurata lo scorso sabato. Sullo sfondo dei suoi ricordi, c’è la Bologna degli anni ’40: «Tutto intorno c’erano ancora le macerie dei bombardamenti. Era il dopoguerra e mi ricordo il canale pieno di donne che lavavano i panni. Ci sono passato ieri sera e l’illuminazione era molto bella». La riapertura del canale di Reno, esattamente come il tram, è un "amarcord" per molti bolognesi, un intervento urbanistico che fa un passo in avanti, riproponendo un gusto e un’atmosfera del passato. Non per tutti, anzi, una delle principali critiche avanzate dai residenti del quartiere, è proprio di carattere estetico. Secondo Floriana, storica fioraia della via, «la struttura è troppo grigia e troppo moderato per una città antica come Bologna». Una cliente del negozio aggiunge: «Da lontano non è così semplice da individuare, ci vorrebbe meno cemento, che adesso si confonde con l’ambiente intorno».

Le opinioni dei bolognesi sul nuovo canale e l’area pedonale annessa sono divergenti. In molti, di passaggio o arrivati per vederlo, si scambiano pareri, osservano, scattano foto. La maggior parte è contenta di avere più verde in  centro, e a predominare è l’ottimismo. C’è chi non ha dubbi: «Meglio di prima, sicuro! Quel parcheggio era orribile»; chi ama questa valorizzazione della storia di Bologna, perché «è bello vedere l’acqua in una zona che una volta era un porto»; e chi apprezza le panchine e le aree verdi tra i binari del tram, «almeno si crea un ambiente ricettivo, la zona è più vivibile e la gente ci viene più volentieri». In molti sottolineano l'importanza dell'illuminazione, le donne in particolare perché «quando ci sono più luci e persone che girano, è sempre meglio a livello di sicurezza». C’è chi è cauto e rimanda il giudizio all’estate: «Il problema verrà quando ci sarà poca acqua, temo diventi una fogna». E chi, scherzando, controbatte «Si vedrà, se arriva davvero il topaccio!». Alberto, 58 anni, frequentatore del quartiere, è convinto che l’investimento avrà una ricaduta economica positiva: «Quando si metterà a fare mojito e gin tonic – dice indicando la Banca popolare di Sondrio, proprio davanti al canale – si vedrà».

Più scettici invece i residenti, che temono caos e schiamazzi notturni: «Tutti i negozi diventeranno bar da aperitivo e ci sarà casino fino alle 2 di notte» dice arrabbiato un abitante di Riva di Reno. «Io mi vedo già tutte le biciclette attaccate ai parapetti – aggiunge – e poi non ci sono gli spazi, quando inizierà a passare il tram farà un gran baccano». Uno dei temi più caldi è quello dei parcheggi, e in molti criticano la scelta di eliminare uno spazio per le auto senza fornire un'alternativa: «Non è che adesso verranno più persone, i bar non ci sono e adesso non ci sono nemmeno più i parcheggi. La gente è meno invogliata a passare da una via che già prima era solo di passaggio», mentre altri puntano il dito dicendo che a lamentarsi «sono quelli che non hanno più il parcheggio», convinti che l’area pedonale circostante al canale sia «un modo per rinnovare la zona, e usare meno la macchina».

 

Francesca è titolare del BarGó, di fronte al canale aperto, e serve uno dei migliori caffè della strada. Nonostante i cantieri e i disagi annessi, crede nel progetto: «La gente si è sempre lamentata, prima, durante e anche alla fine dei lavori. Nel cantiere hanno lavorato delle persone fantastiche, che lavoravano duro con turni infiniti. E se dobbiamo dirla tutta – aggiunge – qui davanti c’erano delle casette molto belle una volta. Quando le hanno abbattute per costruirci Emilbanca, nessuno ha detto niente». Simone, proprietario dell’American Bar all'incrocio con via Lame, non è d’accordo, e mentre è cauto sull’impatto economico del "naviglio" sulla sua attività, è sicuro deli effetti negativi sul quartiere: «È vero che sabato e domenica c’è stata un sacco di gente, ma il danno del cantiere è stato grande e continua ad esserlo. Tra i problemi che sorgeranno a breve ci sono il vandalismo, il bivacco, ubriachi in giro. Inoltre – segnala preoccupato – sul lato della strada ora ci sono delle luci esterne, quando ci passi in macchina disturbano e non si vede bene, rischia di essere pericoloso».