Università
Presidio di Cambiare rotta e USB davanti al rettorato (foto di Giulia Goffredi)
«Siamo qui per dire alla ministra Anna Maria Bernini che il corso non si deve fare, né a Modena, né in nessun’altra parte d’Italia». Così gli studenti del collettivo universitario Cambiare rotta e i lavoratori del sindacato Usb, stamani in presidio davanti alla sede del rettorato di via Zamboni, rispondono al progetto del Governo di creare un gruppo di interforze delle università emiliano-romagnole, guidato dall’ateneo di Modena-Reggio Emilia. Se il piano dovesse realizzarsi, secondo i manifestanti, le sue attività andrebbero ben al di là dell’attivazione del tanto chiacchierato corso di filosofia esclusivo per i 10 allievi dell’Accademia Militare. Corso che, lo ricordiamo, l’Alma Mater ha deciso ad ottobre di non realizzare, adducendo all’inizio di questa settimana motivazioni di carattere pratico-economico.
L’invito, spiega Giuseppe Curcio di Usb, è a «monitorare e vigilare cosa farà il gruppo di interforze, capitanato dall’Università di Modena-Reggio Emilia. Un ateneo dove c’è una nuova rettrice, Rita Cucchiara, che dicono essere molto vicina al centrodestra». Il timore, espresso dal sindacalista, è che questo porterebbe «all’attrazione dei docenti delle altre università regionali verso un ateneo vicino al Governo come parte di un preciso piano politico». A cui si aggiunge la rinnovata richiesta – fatta in un’unica voce anche nelle contemporanee manifestazioni a Modena e a Roma – di una maggiore chiarezza nel modo in cui la ministra intende procedere con la creazione del corso ad hoc per i giovani ufficiali.
«Due gli elementi da respingere – continua Curcio – la militarizzazione dell’università, contro cui ci battiamo da tempo, e l’autoritarismo del Governo, che non va combattuto separatamente nei singoli atenei, bensì a livello nazionale, tramite soluzioni sistemiche». Non sono mancati gli attacchi alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al suo esecutivo per le «vergognose dichiarazioni» degli ultimi giorni, così come la protesta contro il riarmo europeo e la proposta del ministro della Difesa Guido Crosetto sulla nuova leva militare volontaria, al grido di «Noi non ci arruoliamo!». Mentre a indossare gli elmetti, sui cartelloni, sono proprio Crosetto, Meloni e Bernini. Bernini alla quale va, in chiusura, la richiesta di rivedere le priorità: «La ministra dell'università – dichiara uno dei rappresentanti di Cambiare rotta – ha addirittura parlato di esclusione discriminatoria nei confronti dei militari. Ma la vera esclusione è quella che vivono le migliaia di studenti che ogni giorno vedono negato il loro diritto allo studio, senza una casa e con i fondi tagliati sul proprio futuro».

I cartelloni con i volti di Crosetto, Bernini e Meloni con gli elmetti in testa (foto di Giulia Goffredi)