INTERVISTA/1
Il senatore di Fratelli d'Italia Marco Lisei (foto concessa dall'intervistato)
«Il sindaco di Bologna attacca il governo e guida un giunta estremista». Marco Lisei, senatore di Fratelli d’Italia e tra i principali riferimenti del centrodestra bolognese, capovolge la lettura offerta dal primo cittadino Matteo Lepore: non è il governo ad attaccare Bologna, secondo lui, ma è l’amministrazione a provocare sistematicamente l’esecutivo con scelte ideologiche, dalla cittadinanza ad Albanese al sostegno ai collettivi.
Cosa pensa in merito a questa partita che si sta giocando tra Lepore e il governo Meloni?
«Io ritengo che i dati dicano il contrario, cioè non è il governo Meloni o il singolo ministro che attacca il sindaco Matteo Lepore. È la sua amministrazione di estrema sinistra ad attaccare il governo in maniera sistematica e a mettere in atto riforme estremiste. A mio parere, si sono capovolti l’ordine dei fattori».
Quali iniziative per esempio?
«Ha deciso di dare la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, incoronandola come un punto di riferimento ideologico nonostante le sue parole e le sue azioni. Inoltre, ha finanziato i centri sociali, fornisce le sedi ai collettivi. Il vice sindaco e alcuni esponenti della maggioranza hanno manifestato in piazza insieme ai collettivi studenteschi. Anche la comunità ebraica, per la prima volta, sta criticando l’operato comunale per l’assenza di equilibrio sulla situazione nella Striscia di Gaza».
E in merito al corso di filosofia negato dall’ateneo di Unibo ai militari dell’accademia di Modena?
«L’Università ha preso una decisione che è stata commentata o criticata dal governo o dal singolo ministro. La decisione, così come il commento, era avulso dall’amministrazione comunale che non ha nessuna competenza in merito. Lepore a quel punto, nonostante l’autonomia universitaria, ha deciso di attaccare il governo anche se nessuno lo aveva mai citato. In questo modo si è inserito in un dibattito nazionale che non gli competeva».
I numeri però sembrerebbero dare ragione al sindaco in quanto la città di Bologna sembra essere in una buona posizione per qualità della vita.
«Si, ma la graduatoria del Sole24ore è determinata da moltissimi fattori. Sulla sicurezza, per esempio, Bologna si posiziona nel terzo o quarto posto tra le città più insicure. È sicuramente una città produttiva, come buona parte delle città del nord e il benessere economico è una delle voci che viene presa in considerazione».
E in merito alle elezioni, si può pensare a una possibile saldatura tra liste civiche e il centro destra come possibile alternativa di governo?
«Vedremo quali liste civiche ci saranno, se i programmi sono compatibili potremmo pensare a un’alternativa seria all’amministrazione Lepore, verso cui è evidente che ci sia un forte dissenso».