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 Il Marconi Express (Foto Creative Commons)

 

 

«Cinquanta minuti di fila per un trenino di sei metri, è tutto molto italiano». L’ironico commento di un viaggiatore sul Marconi Express sembra bene adattarsi all’intera situazione dei trasporti da e per l’aeroporto. Dal 19 maggio è entrata in servizio la Linea Q, la navetta che ha sostituito le linee 940, 944, 949 e che collega l’Ospedale Maggiore con il Marconi, con prolungamenti fino alla stazione solo durante la notte, in particolare da mezzanotte alle 2.15 e dalle 3.45 alle 5,15. L’autobus elettrico, che passa ogni 30 minuti ed è operativo tutti i giorni, costa 2.30 euro, in linea con la tariffa urbana. Una cifra irrisoria rispetto ai 12,80 euro del Marconi Express, ma al risparmio per il portafoglio non corrisponde quello di tempo. «Per arrivare in centro dall’aeroporto – dice uno studente sulla linea Q – ci impiego un’ora. La navetta è al Maggiore in 20 minuti, ma poi per arrivare dentro le mura serve più del doppio del tempo». Tra i cantieri del tram, il traffico e le corse saltate, il viaggio pare un’odissea.

Ma il Marconi Express è una valida alternativa? Lunghe code dalla stazione centrale per accedere alla singola navetta, composta da due vagoni, che possono contenere al massimo cinquanta persone, schiacciate l’una sull’altra come sardine. «E una persona anziana come dovrebbe fare?», commenta un passeggero.

Qualcuno sospetta che la linea Q sia solo una pezza, che non risolve il problema del collegamento tra la città e il suo unico aeroporto. «Il servizio è valido, soprattutto per il basso prezzo, ma perché non arriva fino alla stazione anche durante il giorno? – dice una studentessa fuorisede. La vedo come una manovra economica per proteggere il Marconi Express. Altrimenti, i due servizi sarebbero in competizione».

Nonostante Bologna sia uno dei centri turistici principali in Italia, con quasi quattro milioni di turisti ogni anno, a oggi non esiste una soluzione che soddisfi e metta d’accordo tutti.