Digitale

Isabella Conti, assessora regionale a welfare, terzo settore, politiche per l'infanzia e scuola (foto di Ludovica Addarii)
Generare consapevolezza e campagne di informazione diffuse, formare la comunità educante in ambito sanitario, sociale e culturale per sostenere le famiglie e ripartire dalla scuola come pilastro educativo dello sviluppo dei ragazzi. Questo è quanto previsto dall'Assessora regionale alla Scuola Isabella Conti che, come aveva già anticipato alle pagine di InCronac@, ha delineato un piano articolato che vuole evidenziare la natura di "strumento non neutro" dei dispositivi digitali.
«Imporre limiti senza la necessaria consapevolezza rischia di generare un effetto boomerang, per questo motivo - spiega Conti - l'Emilia-Romagna, abbandona l’ipotesi del "divieto" dei dispositivi elettronici, ma punta su un approccio più partecipativo e consapevole».
Il primo passo è una grande campagna di informazione sui rischi del digitale che partirà a ottobre 2025. Dovrà essere diffusa e capillare, con messaggi chiari e scientificamente fondati. Un elemento innovativo sarà l'introduzione di una giornata al mese, più precisamente una domenica, interamente dedicata al detox digitale e alla socialità analogica. Queste giornate, a cui partecipare su base volontaria e con attività gratuite, mirano a riscoprire relazioni diverse, più profonde, più consapevoli, attraverso giochi di ruolo, giochi di società e altre attività ludiche.
Ed è così che si arriva al punto successivo. «Un problema così pervasivo richiede un approccio trasversale, perché formare chi educa è il primo passo per proteggere chi cresce». Verranno formati annualmente 3.600 professionisti pubblici in diversi settori chiave: per la sanità saranno 370 tra pediatri e ostetriche ogni anno. Nel sociale 665 tra educatori, operatori e coordinatori. Per il mondo culturale 120 bibliotecari all'anno. E poi centri per le famiglie, coordinatori pedagogici, educatori. Si promuoveranno inoltre, anticipa l’assessora, i "Patti Digitali" tra famiglie. «Tramite i genitori deve essere costruita una società consapevole. Occorre farlo per aiutare i bambini a recuperare la concentrazione. Siamo distanti dal pensiero profondo. I dispositivi riducono l’attenzione e ostacolano il pensiero critico. Bimbi e adolescenti vanno sempre più incontro a una frammentazione cognitiva continua. Una pedagogia dell’attenzione che va portata avanti anche nelle scuole, dove bisogna costruire spazi senza notifiche per stimolare la concertazione», ha aggiunto Conti.
Tra le cose da non sottovalutare c’è anche l'educazione al sonno, considerando che: Il 77% degli studenti di superiori non raggiungono le 8 ore corrette di sonno per un corretto sviluppo cerebrale e l’educazione al sonno come elemento prezioso di ristoro per il cervello.
Ed è proprio la scuola quella a essere considerata da Conti: «Il vero pilastro della civiltà e della democrazia per il recupero del pensiero profondo, critico, del tempo lento, dell'emotività e dell'empatia». Il progetto triennale proposto nasce dalla collaborazione con il modello "612.infinito" di Daniela Lucangeli (Mindful Shape, spin-off dell'Università di Padova), e mira a formare su base volontaria gli insegnanti. A partire dal prossimo ottobre, dieci istituti comprensivi aderiranno volontariamente, formando 750 docenti nel primo anno. La formazione (80 ore, tra streaming e laboratori in presenza) verterà su neuroscienze, emozioni, identità e didattica innovativa, con un focus sull'approccio emotivo e sull'impatto dei comportamenti degli adulti sullo sviluppo neurologico dei bambini.
L'obiettivo di questo piano? Fornire a ragazzi, famiglie, scuole e istituzioni gli strumenti più efficaci per affrontare un grave problema e invertirne la rotta. «Le due settimane agli Stati generali dell’infanzia e dell'adolescenza, sono stati momenti di profonda analisi, di studio meticoloso e anche di riflessione su come agire per dare ai nostri ragazzi, alle famiglie, alla scuola, alle istituzioni, tutti gli strumenti migliori per riuscire a invertire una tendenza che purtroppo dal 2010 in avanti ci sta dando dei segnali inevitabili che dobbiamo per forza considerare: nel 2024 abbiamo avuto 66.108 accessi in neuropsichiatria infantile. Se consideriamo che la popolazione dei minori di diciotto anni nella regione Emilia-Romagna è di 665.000 ragazzi, è evidente come il 10% di questi ragazzini abbia fatto nel 2024 un accesso in neuropsichiatria infantile».
Tra i disturbi in aumento spiccano i disturbi alimentari e del comportamento alimentare; quelli legati all'ansia e all'autolesionismo; quelli dell'apprendimento e del linguaggio. Ancora i disturbi di personalità. L'impatto non è solo psicologico. Si rileva un aumento del 36% della miopia nei bambini molto piccoli e una riduzione della capacità di concentrazione.