Tecnologia

Il salone internazionale dell'innovazione e della tecnologia (foto di Christian Caporaso)

 

Monoposto senza pilota, nuovi robot e packaging rivoluzionari per far durare più a lungo le cotolette di pollo. Sono solo alcune delle novità che dal 25 al 26 giugno renderanno Bologna un concentrato di talento e innovazione. Tutto questo è  R2B, un progetto che riunisce a sè 300 relatori, 200 espositori, centinaia di mostre e convegni. Una sigla di tre lettere che  sta per Research to business, l’evento promosso dalla Regione Emilia-Romagna e che nasce dalla collaborazione tra Art-ER e BolognaFiere grazie al cofinanziamento dei fondi europei Fesr e Fse+. Il palinsesto offre ai visitatori un panorama composto da università da tutta Italia, enti internazionali, grandi imprese ma anche realtà meno conosciute che aspettano solo di trovare investitori pronti a puntare sulle loro idee.
Se a tenere insieme un programma ricco di conferenze, workshop e laboratori è la proiezione verso il futuro, il salone internazionale della Ricerca e delle Competenze per l'Innovazione è invece tutt’altro che nuovo. Nel corso della mattina il presidente della Regione, Michele De Pascale, e il vicepresidente Vincenzo Colla sono stati protagonisti del taglio del nastro della 20ma edizione di R2B. Le venti candeline spente diventano l’occasione per lanciare R2B Italy 2026, un progetto nazionale che porterà il consueto ritrovo dell’imprenditoria oltre i confini emiliano-romagnoli. Al fianco del presidente De Pascale d’ora in poi ci sarà anche la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: un’alleanza che avrà lo scopo condiviso di creare un nuovo spazio di confronto tra gli ecosistemi territoriali dell’innovazione. «Bisogna che questa valley diventi più grande», spiega De Pascale con un gioco di parole che richiama l’americana Silicon Valley, area nella Baia di San Francisco famosa per essere il centro globale dell'innovazione tecnologica. Continua il presidente: «Stefano Bonaccini, il mio predecessore, aveva a cuore questo tema, e per quanto mi riguarda mi trova d’accordo nel lavorare sodo per elevare Bologna a polo internazionale per la tecnologia, sfruttando anche la presenza di Leonardo, il nostro supercalcolatore situato al Tecnopolo la cui potenza, tra le prime cinque al mondo, è nota».
Ma il sapere e l'ingegno bolognese non si limitano al noto supercomputer presente al Dama (Data Manifattura Emilia-Romagna). Anche al tecnopolo il Cnr non si sta con le mani (o le tastiere) in mano. Al Bolognafiere i rappresentanti del centro di ricerca raccontano di Miss Rover, il robot sul quale lavorano da almeno tre anni, ma anche di Esterino, il processore sperimentale simile ad Arduino. La lista dei progetti in cantiere supera il centinaio e descrive a pieno una realtà sempre attiva nel  campo dell'intelligenza artificiale abbinata al concetto della sostenibilità ambientale.

L’università di Bologna non è da meno. Daria Armani, del centro interdipartimentale di ricerca industriale agroalimentare, presenta a R2B "Bio4suspacK", iniziativa che mira a sostituire i packaging primari di prodotti alimentari dell’Emilia-Romagna con materiali sostenibili. Grazie ad alcuni polimeri biodegradabili e biobased, additivati con nanocristalli di cellulosa ricavati da scarti agroalimentari, sarà possibile creare confezioni resistenti, con alta barriere a ossigeno e vapore acqueo, e con un un fine vita definito.
Tra le collaborazioni più importanti quella con l’azienda Amadori. Nello specifico si lavorerà a sostituire il pad sul quale appoggia il classico pollo che troviamo nei supermercati con un tappetino assorbente e funzionalizzato che, grazie a oli essenziali, limiterà la proliferazione di microbi. Ma se per quanto riguarda le ricerche sui packaging sostenibili si parla ancora di prototipi, i bolidi in mostra allo stand del team UniBo Motorsport sono già realtà, pronti a sfrecciare per l’Europa. Luccica sotto le luci del padiglione 21 la carrozza di Nemesi, la moto progettata dalla squadra corse dell’Università di Bologna che ha gareggiato nel 2022 ad Aragon, in Spagna, vincendo tutti i trofei disponibili di una competizione di livello mondiale. 

250 i giovani di Unibo che hanno sviluppato da zero il bolide detentore del titolo. Gli stessi che hanno ideato anche i prototipi di una monoposto a guida autonoma, cioè senza pilota, che dal 18 al 24 agosto gareggerà in Germania per la prima volta nella storia del team bolognese.