Sanità

Medico di base (foto Ansa)

 

«Il bando che è stato fatto mi è sembrata una cosa campata per aria». Questo il commento di Luigi Bagnoli, presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna, sul recente flop riscontrato dal bando regionale per l’assegnazione di 1.434 incarichi tra medici di medicina generale e operatori del 118. Intervistato da Incronac@, Bagnoli ha precisato, che «per lavorare in pianta stabile con il servizio sanitario, il medico deve aver fatto prima la laurea, poi un corso di specializzazione. Nel caso dei medici di medicina generale è un corso che organizza la Regione. Senza quel corso non è possibile accedere a questi concorsi. Nei fatti, si può fare un bando per 1.500 persone, ma è evidente che avrebbe potuto rispondere solo una ridotta percentuale».


Il presidente ha, inoltre, spiegato come la situazione attuale sia il risultato di una mancata programmazione. «Stiamo parlando di un dato che era evidentemente scritto nelle tabelle attuariali. Tutti potevano conoscere l’età dei medici e di conseguenza si poteva prevedere quando sarebbero andati in pensione. Si sarebbe dovuta avere l’accortezza di cambiare i numeri della formazione almeno otto anni fa. Questo non è stato fatto e adesso si dà la colpa ai medici di medicina generale che non rispondono».

La situazione è drammatica, la carenza di medici ha portato a condizioni critiche, con alcuni professionisti che gestiscono oltre 1.800 pazienti. «I medici di medicina generale sono oberati dal lavoro, sono in difficoltà e sopraffatti dalla stanchezza. Non hanno esperienza perché ovviamente un collega che si è appena laureato è in difficoltà a gestire la mole di lavoro non avendo esperienza pregressa», ha chiarito Bagnoli. Poi ha aggiunto: «Questa situazione ha inciso profondamente sulla medicina di territorio, deve essere chiaro che la responsabilità è dei decisori politici, sia a livello politico nazionale che a livello organizzativo regionale», ha inoltre approfondito il presidente.


In conclusione, Bagnoli ha evidenziato la gravità della situazione con un esempio concreto: «Per far capire come siamo messi, in questo momento, per chiudere i vari buchi fanno sostituire e mettono nei posti vacanti i medici che stanno facendo il corso». Questo approccio, secondo il presidente, non solo non risolve il problema, ma rischia di compromettere ulteriormente la qualità dell'assistenza sanitaria offerta ai cittadini.