Il concerto

                                                                                                                                      Noemi (foto Ansa)

 

Era partita giovanissima dai club della Capitale, tra le luci soffuse, i drink al bancone e un pubblico distratto che del sottofondo musicale ne faceva un po' l'accompagnamento alla spensieratezza di serate uguali a tante altre. E poi XFactor, i primi successi, quelle sale in penombra dei pub che si trasformano in arene, in palasport, in teatri. Noemi oggi è un'artista completa e porta in giro per l'Italia il suo nuovo tour che ai grandi successi affianca i brani del nuovo album di inediti Nostalgia. «Una nostalgia che è solo nostra - dice davanti alla platea pienissima del Duse - e che non può essere condivisa con nessun altro. Un sentimento personale, bellissimo». Tanto che, tra Briciole, Glicine e Makumba, i pezzi in acustico, chitarra e voce, accompagnano gli spettatori in un viaggio che alla fine si conclude nelle atmosfere intime di Generale, omaggio a Francesco De Gregori con il pianoforte protagonista e una cornice di led che abbraccia la cantante e la trasporta in pensieri e sensazioni lontane. L'incursione del blues, quel Piece of my Heart di Janis Joplin che riporta immediatamente al periodo d'oro della musica americana, al groove appassionato e libero da qualsiasi condizionamento e barriera. Sul palco sale a sorpresa anche Irama che duetta con lei in Sono solo parole, brano di Fabrizio Moro che disegna l'impossibilità del dialogo in un mondo contemporaneo sempre più costretto tra le maglie della superficialità e della fretta. Continui richiami alla possibilità e alla necessità di essere se stessi e di urlare a gran voce il bisogno di lasciarsi alle spalle ciò che non è parte della nostra vita. Cantando e suonando senza sequenze, veramente live.

 

La recensione è stata pubblicata nel n.10 del Quindici del 18 dicembre