Storie
Foto tratta dal sito Mammut film production
Da Bologna a Sodankylä, in Finlandia, per poi tornare alle periferie emiliane, senza mai perdere lo sguardo internazionale maturato. Nasce così, venti anni fa, la Mammut film production, casa di produzione cinematografica bolognese, specializzata in documentari. Un cinema all'inizio itinerante, poi stabilizzatosi all’ombra delle Due Torri, tenuto insieme dall’amicizia storica di quattro fra autori, registi e una produttrice, allora poco più che trentenni.
Prima, da universitari, l’incontro con il Teatro della Polvere, poi l’epico viaggio verso le terre nordiche: «Era il 2004, eravamo più o meno otto o nove con un furgone, partimmo da Bologna, attraversammo l'Europa dell'Est, la Polonia, le Repubbliche Baltiche, per arrivare in Finlandia, fino al Midnight Sun Film Festival. Lì si cementò un rapporto amicale molto stretto, in questo viaggio alcolico, un po' spericolato, da giovani cineasti», racconta a InCronac@ Michele Mellara, autore e regista.
Continua Alessandro Rossi, anche lui autore e regista della Mammut: «Siamo tornati carichi di entusiasmo seppur un po' invecchiati, io non ho dormito per una settimana a Sodankylä - sorride, con la voce che lascia trasparire un velo di nostalgia - una festa lunga un mese, andavamo nelle scuole di cinema, proiettavamo lì e negli istituti di cultura. Poi arrivò una band musicale di Modena che si chiamava i “Lomas”, si unirono a noi, saremmo stati non so, una trentina. Fu una combinazione di cinema, musica, cibo e grande divertimento».
Da qui l’idea di tradurre anche a Bologna un cinema della porta accanto, itinerante, che portava nelle periferie le pellicole di giovani autori, a bordo di un furgone. «Un “cine-circo”, trasportavamo l’arte cinematografica in luoghi impervi della provincia bolognese, anticipando il corso delle cose. All'epoca non c'era il concetto, per esempio, di proiettare in un aia a Castiglione dei Pepoli, in un campo da basket a Casalecchio o a Borgo Panigale, davanti a una gelateria. Insomma, esplorammo le periferie, spalleggiati dalla Cineteca, sempre intrecciata alla nostra storia. Mantenemmo, ovviamente, l’abitudine di portare cibo, offrivamo da mangiare e intrattenimento».
Un successo ad affetto crescente, la gente rispondeva bene, riempiva le file, o meglio, gli spazi, ora in giardino, ora sugli spalti di un palazzetto. Nulla di scontato, ottenuto con l’utilizzo di un piccolo videoproiettore, talvolta un carrello apribile che si faceva schermo, offerto da un service di proiezioni estive. Pionieristici, coraggiosi, folli. «Non volevamo fare film a Bologna ma per Bologna. Abbiamo portato il cinema in città quando non c’era. Nel 2005 le case di produzione che producevano documentari o film indipendenti si contavano sulle dita di una mano, non c'era neppure il fondo dell'Emilia-Romagna dedicato alla produzione di opere audiovisive», ha detto Mellara.
Poi l’evoluzione creativa con di più di trenta opere, tra documentari, cortometraggi, una serie TV, film di finzione, film-concerto e progetti audiovisivi sperimentali, insieme a tante co-produzioni internazionali, generate dal sodalizio creativo dalla coppia di registi e autori Michele Mellara e Alessandro Rossi, la produttrice Ilaria Malagutti e il regista Francesco Merini. Insieme a loro, collaboratori illustri e tanti apprendisti provenienti dalle facoltà di Comunicazione dell’Università di Bologna e dal Dams.
Tanti i riconoscimenti, le parole del critico Fabrizio Grosoli, grande esperto di documentario, sono forse quelli ricordati con più affetto. Una volta li definì «i più internazionali dei registi bolognesi e i più bolognesi dei registi italiani». Radici nel locale e sguardo aperto agli infiniti altrove.
Oggi, nonostante la difficile congiuntura nazionale con tagli al fondo cinema e le incertezze sul "tax credit", la Mammut film continua ad azionare la cinepresa. In cantiere progetti diversi: un documentario creativo su Carducci in vesti inedite, sul filone dei grandi temi contemporanei il turismo 2.0 e le sue implicazioni, per chiudere un bel film d’inchiesta, i cui i dettagli rimangono al momento riservati.