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Jonathan, che ha raccontato la sua storia e le sue preoccupazioni (foto di Redazione)

 

«Sono venuto a Bologna per studiare Filosofia e senza borsa di studio non so come fare», ha raccontato Jonathan a InCronac@ qualche ora prima dell'incontro con l'assessore alla Scuola della Regione, Giovanni Paglia. Toscano d’origine, lo studente del collettivo "Cambiare Rotta" si era trasferito a settembre nella città delle Due Torri, quando era sicuro di avere la copertura di Ergo e della Regione per il sostegno alle spese di alloggio, trasporto e libri. «Forse non tutti sanno che - ha continuato - i primi mesi in studentato bisogna pagarli con proprie somme e solo in seguito all’erogazione della prima rata i soldi vengono a mano a mano scalati». La situazione l’ha colto alla sprovvista quando il 21 novembre è arrivata una comunicazione via e-mail dove si leggeva che non c’erano fondi necessari a coprire tutti i beneficiari risultati idonei.

Diritto allo studio nella storia di Jonathan significa diritto a vivere dignitosamente. «Sto vivendo con poco e devo farmi bastare ciò che ho per tutto il mese». Oltretutto Jonathan non può neppure contare su un posto letto confortevole; gli alloggi nello studentato Fioravanti (Bolognina) a suo dire versano in condizioni critiche. «Quando piove c’è il rischio che la lavanderia si allaghi e divenga inagibile per giorni», ha continuato lo studente.

Marco viene da Mantova, la città di Virgilio, ed è arrivato a Bologna perché cercava una vita politica studentesca più attiva rispetto a quella della sua città. Non a caso, è iscritto al primo anno di Scienze politiche e ha spiegato di poter contare solo sull’aiuto di sua madre. «Siamo nel panico. Abbiamo fatto un gruppo Whatsapp e molti di noi, soprattutto chi viene dal Sud, rischia di dover tornare a casa e non è giusto». Anche Marco è agli esordi della sua carriera universitaria in una città che pare non riconoscere i suoi bisogni di studente e di persona tout court.

«È frustrante sapere che per lo Stato il diritto allo studio non sia una priorità ed è il motivo per cui scenderemo in piazza domani 28 novembre per lo sciopero generale e il 29 novembre andremo a Roma a manifestare contro il riarmo», ha detto Leili Hizam, rappresentante del Consiglio studentesco all’Università di Bologna, prima che uscisse la notizia del sostegno della Regione alle borse di studio..