Violenza di genere

Susanna Zaccaria, presidente della Casa delle donne di Bologna (foto di Michelangelo Ballardini)

 

 

Sono 622 le donne che tra gennaio e ottobre 2025 sono state accolte dalla Casa delle donne, 47 in più dell’anno precedente. 931 in totale, se si considerano anche quelle che erano già seguite da prima di gennaio. Il quadro che emerge dai numeri della relazione annuale di uno dei sei centri di assistenza per donne che subiscono violenza della città metropolitana è preoccupante. Aumentano le assistite ma non le assistenti e gli spazi, racconta la presidente della Casa, Susanna Zaccaria. «Era dal 2021 che non registravamo un aumento così netto delle richieste. Non vogliamo dire no a nessuna, perché consapevoli del coraggio che serve a ognuna di quelle donne per prendere il telefono e contattarci, ma le sei operatrici che lavorano da noi sono allo stremo».  E aggiunge, «se l’incremento continuerà, nella relazione dell’anno prossimo potrei dovervi confessare che per la prima volta in trentacinque anni non siamo riuscite ad ascoltare tutte».

 

 

Le donne accolte ogni anno da Casa delle donne dal 1990  a oggi (Grafico di Michelangelo Ballardini su dati della Casa delle donne)

 

Le cause descritte da Zaccaria sono molteplici. Da una parte i percorsi di assistenza sono diventati più lunghi. Nel 2024 le donne già seguite dalla Casa prima dell’1 gennaio, quindi persone che si erano rivolte al centro negli anni precedenti e la cui situazione non era ancora risolta, sono state 303. Nel 2025 sono 309, nessun calo; la durata prolungata dell’assistenza non solo crea un’inevitabile congestione del centro, in cui si liberano meno posti rispetto alle nuove richieste d’aiuto, ma evidenzia anche come i casi in cui si trovano le vittime siano mediamente più difficili da risolvere. Zaccaria spiega che è stato soprattutto dal periodo post-pandemico che le donne ascoltate hanno iniziato a raccontare di situazioni sempre più gravi che richiedono molti mesi o anni per uscirne.

D’altra parte all’aumento delle richieste, che da dati Istat risultano comunque molte meno degli effettivi casi di violenza, precisa Zaccaria, non è corrisposto un aumento dei fondi per i centri antiviolenza. «Posso chiedere poco alle amministrazioni locali che hanno già fatto molto e ci sono sempre vicine – precisa la presidente in presenza della vice sindaca Emily Clancy – chi dovrebbe intervenire davvero è il governo, di qualsiasi colore sia. Il 65% di coloro che si rivolgono a noi sono italiane, quindi non sussistono neanche discorsi di culture differenti che non si integrano e non rispettano la donna, è un problema di tutte e tutti». Servirebbero almeno il doppio del personale e dei locali, stima Zaccaria che identifica la violenza di genere come un tema ancora sottovalutato dalla politica. Ipotizza, inoltre, che se un aumento di questo tipo dei casi ci fosse su qualsiasi altro reato, ci sarebbe un allarme nazionale e l’esercito nelle città. «Si respira anzi insofferenza – precisa – persino nei tribunali, dove si sbuffa perché si ha a che fare quotidianamente con “noiosi” processi per violenza di genere e simili».  Casa delle donne continuerà il proprio lavoro di aiuto e sensibilizzazione sociale contro la violenza di genere, soprattutto nei prossimi giorni con il festival “La violenza illustrata” in partenza il 25 novembre.