Mostre

Palazzo Vizzani, in via Santo Stefano, ospita una delle tappe della Biennale di fotografia del Mast (foto di Alberto Biondi)

 

Un'altra settimana di successo per Foto/Industria 2025, la Biennale di fotografia della Fondazione Mast. Undici esposizioni in altrettanti luoghi della città, da palazzo Vizzani al Mast, passando per il collegio Venturoli. L'iniziativa, pensata dal direttore artistico Francesco Zanot, ha come tema la casa, o meglio Home. Tutte le mostre sono gratuite e termineranno il 14 dicembre. 

Questa volta, abbiamo scelto di raccontare “A small guide to homeownership” dell’artista Alejandro Cartagena - dominicano di nascita ma messicano d'adozione - a palazzo Vizzani, in via Santo Stefano. L'esposizione, frutto di una meticolosa ricerca durata tredici anni, getta luce sul fenomeno della suburbanizzazione che ha ridefinito in modo radicale il volto della città messicana di Monterrey negli ultimi due decenni. Fingendo di offrire consigli per l'acquisto di un'abitazione, l'artista smaschera le contraddizioni dietro la narrazione della casa come garanzia di successo. Ciò che emerge è un paesaggio frammentato: periferie lontane, spesso isolate, realizzate in un evidente conflitto con l'ambiente circostante.

L'analisi di Cartagena rivela una crescita urbana guidata primariamente dal profitto immobiliare e non dal reale benessere di chi quei quartieri è chiamato ad abitarli. Le sue immagini, alcune delle quali provenienti dalla celebre serie "Carpoolers", illustrano le conseguenze concrete di un sistema fallimentare, mostrando le case identiche e color caramella e, in contrappunto, gli abitanti costretti al carpooling (la condivisione di un veicolo per spostarsi) per l'assenza di infrastrutture di trasporto adeguate.

L'artista usa il paesaggio e il ritratto come potenti strumenti per dissezionare temi cruciali come l'urbanizzazione selvaggia, le dinamiche economiche, la sostenibilità ambientale e le crescenti disuguaglianze sociali. La sua "A small guide to homeownership" si articola in quattro sezioni tematiche, dedicate ai nuovi quartieri, ai loro abitanti, all'impatto ambientale e al sistema dei trasporti, proponendo un percorso deliberatamente paradossale. Questa mostra, che fa parte della non è solo una galleria di fotografie, ma una profonda riflessione su come la modernità stia ridefinendo il concetto stesso di abitare, trasformando il sogno americano della casa in una forma di isolamento per le classi sociali meno abbienti. Le opere di Cartagena, già acquisite da prestigiose collezioni internazionali come il San Francisco MOMA e il J. Paul Getty Museum, confermano il suo ruolo di osservatore acuto e critico delle trasformazioni socio-spaziali del nostro tempo.