La mostra

Una donna che piange con un sorriso finto (foto di Federico Mosca scattata su una foto della rassegna)

 

Il 25 novembre segna un momento cruciale nel calendario: la Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne. Questa data inaugura i sedici giorni di attivismo contro la violenza di genere e, a Bologna, chiude la mostra fotografica intitolata “Vogliamo essere musica”. L'iniziativa vede protagonista il Foto Cine Club forlivese, che utilizza l'immediatezza e la forza delle immagini per affrontare con coraggio il tema della violenza di genere e del femminicidio.

La rassegna espone quasi una trentina di fotografie, raccolte in un catalogo, che mirano a stimolare la riflessione più che offrire soluzioni concrete. Ognuna di loro è appesa a un gancio metallico che pende dall’alto, e presenta diversi soggetti femminili di tutte le età. Alcune poi contengono anche citazioni di autori come Alda Merini e Salvatore Quasimodo, o pagine di giornale con diversi casi emblematici contemporanei. La mostra è allestita nella sala al piano terra dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, in viale Aldo Moro 50, e sarà visitabile gratuitamente dal lunedì al venerdì, a partire dalle 9 fino alle 18.

Parlare di violenza di genere, dunque, significa mettere al centro il tema drammatico del femminicidio, un delitto che si consuma prevalentemente in ambito familiare o affettivo. È giusto ricordare che tale reato si distingue dall’omicidio generico per un aspetto: il movente. Non basta, infatti, la sola volontà di uccidere, ma è necessaria la finalità di dominio, possesso o disprezzo nei confronti della donna. La recente legge sul femminicidio del 2025, infatti, estende le aggravanti a una serie di reati correlati, tra cui maltrattamenti, stalking, minacce, revenge porn e violenza domestica.

I dati in Italia continuano a mostrare una crescita preoccupante degli episodi, rendendo l'impegno contro questa piaga sociale una responsabilità collettiva, non solo delle istituzioni. Simboli della lotta contro la violenza sulle donne sono le scarpe e le panchine rosse, presenti in varie fotografie alla mostra. Ma sono i volti e il dolore delle donne a catturare subito lo spettatore. Perché è da un’immagine che nasce il cambiamento.