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Cgil, Cisl e Uil con lo striscione «Più salario, più lavoratori, più servizi» (foto Alessandro Fratini)

 

Stavolta, la calma dopo la tempesta tarda ad arrivare. Dopo un incontro fallito a ottobre e le proteste del 6 novembre, Sgb e anche Cgil, Cisl e Uil hanno convocato - durante l’assemblea dell’Anci a BolognaFiere - due presidi fisso per continuare la battaglia sull’aumento del salario accessorio. La mossa è arrivata dopo che il Comune di Bologna ha approvato la variazione di bilancio dal valore di 2,4 milioni di euro, destinati a finanziare l’insieme delle retribuzioni variabili. Una cifra definita da tempo da tutte le sigle sindacali come «assolutamente insufficiente», soprattutto se si ricorda che la richiesta dei dipendenti era di 5 milioni.

Mentre la vicesindaca Emily Clancy cita le rigide costrizioni finanziarie in cui devono operare, il sindaco Matteo Lepore ha fatto appello all’unità di fronte alle fratture interne alla città. «Non dobbiamo trovarci in una stagione di contrapposizione come qualcuno fuori da Bologna vorrebbe. Siamo in una fase complessa e va affrontata insieme», ha dichiarato il primo cittadino.

Agli occhi di Michela Arbizzani, di Cgil Bologna, però, inclusione e unità con i cittadini sono proprio gli elementi che mancano nel dibattito: «Quella che sembrava un'apertura del sindaco Lepore durante lo sciopero del 6 novembre per una nuova trattativa, non si è materializzata. Con le cifre attuali, per ciascun dipendente, parliamo di un aumento lordo medio di 450 euro all’anno, che si traduce in 35 euro lordi al mese. Inoltre, le nostre richieste sono state inascoltate, perché i 2,4 milioni di euro finali erano già stati proposti dal Comune lo scorso 30 ottobre».

Anche le parole della vicesindaca Emily Clancy, che aprono a un possibile aumento per il biennio 2026-2027, perdono di valore se si considera che «il rinnovo dei contratti previsto per l’anno prossimo potrà aumentare la spesa complessiva del personale, rischiando di compromettere l’aumento del fondo accessorio che ci hanno promesso, per il quale non abbiamo alcuna stima previsionale».

«Non siamo assolutamente contenti, ma continueremo la nostra lotta», ha incalzato Roberto Calzolari, delegato SGB del Comune di Bologna. «Il recente scostamento per i 2,4 milioni ha dimostrato che i soldi ci sono, ma l’aumento è così esiguo solo per scelta politica, perché l’amministrazione preferisce non toccarli ora e mantenere i conti puliti secondo il limite del 28,8% dei criteri di virtuosità. Per Calzolari, questo significa «risparmiare sulla pelle dei lavoratori in vista del 2026, quando sono previsti nuovi aumenti sulle spese di personale, a causa dei rinnovi contrattuali. Dunque, l’unico modo in cui possiamo sperare in un aumento è che intervenga il legislatore e cambi i criteri di virtuosità, altrimenti non accadrà».

Una prima risposta ai presidi arriva da Alberto Di Bella, esperto Anci Emilia-Romagna in materia di personale, difendendo le decisioni di Palazzo d’Accursio, come riportato dall'agenzia Dire: «L'incremento del salario accessorio dei dipendenti comunali in città per il 2025, è in media con quanto stanziato dai Comuni dell'Emilia-Romagna. Inoltre, coloro che hanno confermato tale aumento, sono solo il 30% del totale, con molti che sono costretti a rimandare a causa di vincoli di bilancio o limiti di finanza pubblica, che vanno sempre monitorati e rispettati».

 

 Il presidio di Sgb che riprende la frase «Sette milioni di buoni motivi per dare dignità al lavoro» usata nelle proteste del 6 novembre (foto Alessandro Fratini)