conflitti

L'arcivescovo di Bologna a margine di “Festa Insieme” (foto di Christian Caporaso)
Bombe, missili, raid e ordigni di vario tipo che esplodono. Con l’incubo, sullo sfondo, dell’atomica. Questo è ciò che ci racconta il mondo, forse da sempre. Sicuramente dal 1945. Soprattutto negli ultimi mesi. Una cronaca quotidiana che tra Russia, Ucraina, Palestina, Israele, Iran (ma non solo) ci sbatte in faccia l’immagine di un pianeta dilaniato dai conflitti. Sono una sessantina quelli in corso, secondo i dati di fine 2024. «Dobbiamo essere molto preoccupati», ammette Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana. Parole piene di apprensione, soprattutto di vicinanza alle vittime delle guerre. «Ma non dobbiamo farci sopraffare dalla paura», avverte il religioso che, dal 2019 (anno della nomina a cardinale), si è fatto carico di numerose missioni internazionali per conto di Papa Francesco. Tra queste fu di particolare successo il suo intervento come mediatore in Mozambico che mise fine a una sanguinosa guerra civile. Senza l’apporto di Zuppi, e della Comunità di Sant’Egidio, molto probabilmente non sarebbe stato possibile arrivare agli accordi del 4 ottobre 1992. L’epilogo di una lunga serie di scontri durati 17 anni.
Zuppi ha poi viaggiato tra Kiev e Mosca, Pechino e Washington. Con il cuore sempre impegnato per la pace. Quella che per il cardinale è «l’unica soluzione ai problemi, insieme al dialogo - perché come sottolinea - la guerra si vince solo con il “cessate il fuoco”».
Tanto semplice quanto potente il messaggio mandato da Zuppi a margine di “Festa Insieme”, evento parte dell’iniziativa “Estate Ragazzi”, che ha radunato giovani da venti parrocchie diverse al Parco del Seminario, vicino a piazzale Bacchelli, sulla primissima collina fuori porta Castiglione .
Un’occasione di festa, gioco e tanto divertimento ma anche l’opportunità per l’arcivescovo di ricordare ai 2.100 ragazzi e 700 animatori presenti che dall’altra parte del mondo c’è chi la possibilità di festeggiare non ce l'ha. «Oggi vorrei ricordare Gaza, dove ci sono tanti bambini che non hanno più nulla», aggiunge il capo dei vescovi italiani. E poi lancia a gran voce l’appello ai potenti della Terra: «Basta con la guerra, vogliamo la pace».
Un grido di speranza che stride, però, con le ultime dichiarazioni dell’assessora al Welfare Matilde Madrid: «Gli arrivi dei profughi della Palestina sono stati sospesi a causa dell'evoluzione della situazione tra Israele e Iran, e la conseguente chiusura dello spazio aereo della Giordania». Come Zuppi, Madrid è preoccupata per l’interruzione improvvisa di un lavoro che «impegnava da mesi l'amministrazione bolognese, e aveva visto il contributo dei volontari per Gaza, della Comunità islamica e del servizio Protezioni internazionali. Uno sforzo corale che ha permesso di accogliere a Bologna 106 persone, di cui più della metà minori». La situazione evidentemente è peggiorata.
Nel frattempo sia dall’Università Alma Mater Studiorium di Bologna che dalla Regione Emilia-Romagna sono arrivate nei giorni scorsi nette prese di posizione nei confronti delle azioni di Israele.
Il Senato Accademico di Unibo ha recentemente espresso «profondo sdegno contro le azioni militari di Israele su Gaza e contro il "genocidio" dei palestinesi».
Altrettanto ferma la decisione della Regione, guidata da Michele De Pascale, che ha annunciato la sospensione di ogni relazione istituzionale con il governo di Israele e con tutti i soggetti riconducibili al Paese mediorientale «fino a che il rispetto del diritto internazionale non sarà ripristinato».