Ambiente

Traffico

Traffico stradale (foto Ansa)

 

Le vetture diesel Euro 5 non potranno più circolare liberamente a Bologna. A partire dal prossimo primo ottobre, infatti, sarà vietato spostarsi a proprio piacimento in tutti i comuni dell'Emilia-Romagna con popolazione superiore ai 30mila abitanti. Il divieto scatterà per le automobili in questione immatricolate tra il 2009 e il 2015, per poter migliorare la qualità dell'aria in città, riducendo le emissioni inquinanti. La misura coinvolgerà circa 15mila auto nel Comune di Bologna, mentre in Emilia-Romagna saranno poco meno di 270mila, secondo i dati estrapolati da Aci a fine dicembre 2024.

Tutto questo se non interverranno novità legislative. La questione politica, infatti, rimane ancora in sospeso. Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato l’intenzione di introdurre un emendamento al decreto Infrastrutture per rinviare l’entrata in vigore dei divieti. L’obiettivo è guadagnare tempo per rivedere il calendario delle restrizioni nei successivi passaggi parlamentari. La proposta, attualmente all’esame della Camera e delle Regioni, riflette la linea della Lega, appoggiata da Fratelli d’Italia che spinge anch’essa per un rinvio della misura.

“Il Resto del Carlino” riporta che alla nota congiunta dei presidenti delle Regioni Piemonte, Lombardia e Veneto, rispettivamente Alberto Cirio, Attilio Fontana e Luca Zaia, che sottoscrivono la proposta dell’ex primo ministro, manca la firma di Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna. Quest'ultima, contattata da InCronac@, ha confermato che non ci sono novità su questo fronte, e se non ci sarà un mutamento di rotta, il divieto resterà valido. Mentre al “Corriere di Bologna”, l’assessore alla Mobilità del Comune di Bologna, Michele Campaniello, ha ribadito che la situazione è ancora in evoluzione, dunque è prematuro trarre conclusioni definitive e affrettate.

L’Emilia-Romagna ha scelto di adottare il divieto anche per i veicoli con targa estera, coprendo la fascia oraria che va dalle 8.30 fino alle 18.30. Saranno previste delle multe salate da 168 euro fino a 670; inoltre sarà possibile arrivare persino alla sospensione della patente.

La nuova restrizione segna un ulteriore capitolo nel percorso, avviato ormai da tempo, che punta a liberare le strade italiane dai veicoli più inquinanti. Quest’ultima, in particolare, dipende da una procedura di infrazione attraverso la quale la Corte di giustizia dell’Unione europea ha condannato l’Italia nel 2020 per la violazione sistematica dei limiti di inquinamento atmosferico.