l'opinione

Pif (foto Ansa)

 

 

Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, ha scelto Bologna per festeggiare il suo compleanno. Non è una novità che il regista, ex Iena e autore di film di successo come “La mafia uccide solo d’estate”, nutra un legame profondo con il capoluogo emiliano. Tanto da dedicare la giornata di ieri a una rassegna dei suoi film al cinema Modernissimo, il “Pif Day”, accolto con entusiasmo dal pubblico. «È andata molto bene, considerando che si trattava di opere uscite dieci anni fa e che siamo a giugno. Al Modernissimo ho vissuto un bellissimo atto d’amore artistico”, ha raccontato, visibilmente soddisfatto.

Nel pomeriggio, alle 16.30, si è concesso una pausa in piazza San Francesco, insieme alla famiglia. Ed è proprio da lì che racconta il suo legame con Bologna: «Mia sorella abitava qui, e da ragazzo venivo spesso, da Milano, nei fine settimana. Tecnicamente, ora ciò che mi lega è questa panchina – dice indicando una delle sedute della piazza – ma torno ogni anno. Ho molti amici qui. È la città dove vorrei vivere, ma non ci riesco. E questo desiderio irrealizzato alimenta ancora di più la mia passione».

Ma c’è anche spazio per una riflessione politica, a pochi giorni dal referendum dell’8 e 9 giugno. Pif non nasconde la sua preoccupazione: «Mi sembra singolare che la seconda carica dello Stato inviti a non andare a votare. Sembra una barzelletta. È qualcosa che hanno fatto in passato sia la destra che la sinistra, ma se a farlo è il presidente del Senato – La Russa – allora è grave. Ed è un messaggio orribile. Se si fa parte di una comunità, si ha il dovere di partecipare».

Infine, il regista si scaglia contro l’attuale governo: «Parlare di politica italiana è spesso come dire delle banalità, ma non per colpa di chi commenta, è che chi ci governa a volte dimostra incompetenza. Alcuni ministri sembrano più adatti al Grande Fratello. Potrebbero tranquillamente fare spettacolo, invece fanno politica. E spesso sono proprio quelli che offrono soluzioni semplici a problemi complessi. Di solito chi lo fa è un incapace».