ambiente

I ragazzi di 0waste (foto di Alessia Ambanello)
Dallo 'Sziget Festival' ai luoghi della movida bolognese. La storia di 'Owaste' e dei 'ragazzi dei bicchieri' comincia nell' agosto del 2017, quando Alessandro Di Biase, di ritorno da un evento musicale in un’isola in mezzo al Danubio, porta con sé il ricordo di un luogo di libertà. Complice l’aria di festa, quel viaggio diventa l’inizio di un progetto destinato a durare nel tempo. Lì, sulle note della musica elettronica, si consumavano drink in bicchieri in propilene, plastica riutilizzabile. Una realtà (sostenibile) che in Italia lui avrebbe fatta propria non molto tempo dopo con il suo futuro socio Amine Sakkouty, creatore della pagina Instagram 'What’s in Bo?' e attivo nel settore degli eventi. Nello stesso periodo Alessandro aveva ininiziato a organizzare feste e la prima era stata all’ex Dynamo, in via Indipendenza, vicino alla autostazione. A fine della serata (segnata da un grande successo) gli addetti si erano ritrovati a raccogliere una distesa di plastica. Da lì, l’idea di creare un evento con bicchieri personalizzati e, a mali estremi, di sostituire le cannucce con ziti napoletani. Sì, proprio la pasta tipica. Durante quella serata Alessandro e Amine s’incontrano e decidono di portare in città quello che a Sziget e nel resto dell’Europa era la normalità. Una scelta motivata anche da un mercato della sostenibilità assolutamente in crescita. Per i due soci una vita lavorativa insoddisfacente è il prologo del cambiamento. Succede così che in un appartamento di via Luigi Valeriani, nel quartiere Costa- Saragozza, i due ragazzi napoletani mettono in atto un terremoto che dopo qualche anno saprà scatenare scosse soprattutto tra le strade universitarie di Bologna. «Andavamo in giro per locali a portare la nostra proposta», raccontano Alessandro e Amine i soci fondatori di 'Owaste'.
Da subito la giovanissima azienda punta a sensibilizzare le persone a sprecare il meno possibile, riabituandole a prendersi cura dell’ambiente. Ma come si può concretizzare una simile utopia? L'idea dei due ragazzi è quella di creare un circuito fra i bar della città in grado di sostituire il bicchiere monouso con bicchieri stoccati che non rilasciano microplastiche nell’organismo. Difficile? Difficile. Nel 2018 i soci sbattono contro i primi scogli perché tra bar, che si fanno la guerra per lo spritz più economico, è difficile creare uno spazio per la sensibilizzazione ambientale. Il bicchiere su cauzione è un primo escamotage e il primo locale ad aderire è 'Da Maurizio', un locale piuttosto frequentato in via Guerrazzi. L'idea è di creare un gadget, bicchieri in propilene dalle grafiche colorate, ha successo: oggi quell'oggetto personalizzato è andato ad affollare credenze e mobiletti dei tanti fuorisede che frequentvano e frequentano il posto. Il primo locale che entra nel circuito della neonata '0waste' è 'Al Ritrovo', in via Centotrecento. La strada giusta sembra imboccata e il successo a portata di mano ma..Ma Alessandro e Amine, al tempo appena ventenni, fanno un grande ordine di bicchieri, pregustano il successo e si trovano a fare i conti con il Covid. Ricorda Alessandro: «Davanti alla sostenibilità e alla sicurezza ambientale, le persone si sentivano più al sicuro con soluzioni monouso». La pandemia finalmente finisce e la coppia di neo-imprenditori decide di non gettare la spugna. La traiettoria si modifica parzialmente e la prima tappa nel mirino dei due, dopo la riapertura al pubblico, è concentrata sui locali del Pratello.
Arriviamo così al 2022, quando l'attività dei giovani soci volontari si fa notare dal Comune di Bologna. Perché, per l’amministrazione municipale, la sicurezza è un punto fermo e il vetro in giro per la città rappresenta un pericolo.
Nel novembre del 2023 '0waste' diventa un’associazione. Ad Alessandro e Amine si aggiungono Riccardo Grasso, fondatore di 'Amico Bicchiere' (partner nazionale di bicchieri riutilizzabili), e Angelica Pantarelli, referente regionale di 'Plastic Free'. Secondo quanto affermano Alessandro e Amine, il progetto funziona perché incarna «un servizio dei regaz per i regaz». I volontari sono una trentina e sono giovanissimi, per molti è la prima esperienza lavorativa. Tra il giovedì e il sabato sera, dalle ventidue alle tre di notte, li si possono incontrare in via Mascarella e in piazza Aldrovandi, in via Zamboni e in via Petroni. Sono il cuore di '0waste',i ragazzi che si muovono in prima linea per rendere sostenibili, in tutti i sensi, le bevute degli universitari. Gli street host indossano un gilet fucsia, sorridono e scambiano bicchieri dalle grafiche più varie con bottiglie di birra. Che a fine settimana sono state calcolate in circa quattrocento.
Attenzione, però: '0waste' sensibilizza sullo spreco in generale, da quello alimentare, al consumo d'acqua, allo smaltimento dei rifiuti. Da circa due anni un trait d'union lega questo progetto della città metropolitana a un'altra iniziativa: si tratta di 'Nottambula', un sfida per le notti del capoluogo emiliano-romagnolo che coinvolge diverse realtà, come la cooperativa 'La Carovana'. Si tratta di un servizio di accompagnamento a piedi notturno pensato per rendere più sicuro le camminate in città o il rientro a casa. La sicurezza, ambizione di ogni cittadino, è a un passo dalla sostenibilità. Spiega Amine: «Rimuovere il vetro dalle strade della movida abbassa il livello della pericolosità durante la notte, oltre a incentivare un processo virtuoso di riutilizzo». Secondo un report prodotto dall’associazione alla fine del 2024 sono state ritirate dalle strade 25.656 bottiglie, per un totale di 13.077 chilogrammi di vetro smaltito nel corso di un anno. Un’attività che aumenta nei mesi estivi e in particolare durante cete ricorrenze, come ad esempio la Festa della Liberazione del 25 aprile che anche quest’anno ha radunato in via del Pratello e dintorni migliaia di persone, con migliaia di bottiglie e bicchieri a portata di mano. Spiegano Alessandro e Amine: «Regalando i bicchieri, che il Comune acquista, ci accertiamo che le bottiglie di vetro finiscano nella campana apposita dei rifiuti». Il punto è proprio questo. Il vetro è l’unico materiale riciclabile all’infinito. E i bicchieri in propilene possono essere riutilizzati nello stesso modo. Sul territorio ovviamente le iniziative si moltiplicano e '0waste' amplia sempre più il suo spettro d'azione: a lavorare in questa realtà ora si sono aggiunti anche Lorenzo Minto e Simone Topazio. La struttura, che ha all'attivo il progetto di una stoviglioteca al Dumbo di via Casarini, collabora con diversi comuni emiliano-romagnoli, incentivando pratiche alternative allo spreco e al monouso. La neonata associazione ha ideato il progetto 'Essenziale' con Crevalcore e San Lazzaro. 'Vivi senza spreco' è l’obiettivo dei ragazzi. Loro, ad esempio, negli eventi utilizzano un erogatore d’acqua filtrata che si rifornisce da 'Adriatica acque'. In questo modo, anche il problema delle bottigliette di plastica viene meno. E l'ambiente sorride.