TURISMO

Nell’immagine Nanna, Lelli, Panzacchi, Santori, Pavesi e Gottarelli ( foto di Riccardo Pirrò)
«Stiamo valorizzando un territorio senza eguali. L’appennino racchiude luoghi bellissimi». Parole di Barbara Panzacchi, sindaca di Monghidoro e capofila di AppenninOperAir. Le fa eco Davide Lelli, sindaco di Monterenzio: «Per noi è importante rivitalizzare l’Appennino, far conoscere il suo territorio perché è bello e perché è sotto traccia». L’occasione è quella dello Yunka festival. Dal 31 maggio al 2 giugno “Cammini d’Italia”, associazione nata nel 2017 che promuove un turismo attento all’ambiente attraversando i sentieri più celebri d’Italia, in collaborazione con Foiatonda e sostenuto dalla Città metropolitana di Bologna, oltre che con il patrocinio del comune di Monterenzio, ha preparato un programma per scoprire il territorio dell’Appennino. Escursioni, workshop, attività sportive e esperienze nella natura faranno da cornice ai cammini della zona. Percorsi che a Monte Bibele, area archeologica e fulcro del festival sono “di casa”: a Via Mater Dei, il cammino giubilare che unisce i santuari mariani del territorio, la Via degli Dei e la Via del Fantini saranno i sentieri percorsi durante la manifestazione. La posizione dei due sindaci è simile a quella di Mattia Santori, presidente del Territorio Turistico di Bolo-Modena e un grande sostenitore dell’iniziativa, volta a riscoprire un territorio che spesso passa sottotraccia: «Questa è un’ottima stagione per andare in Appennino. Lo Yunka festival è un’ottima opportunità per camminatori e non solo di visitare un territorio in grande crescita. Tanta dell’energia turistica da Bologna si espande anche ai comuni circostanti. Verremo invasi da I Cammini d’Italia».
«Noi utilizziamo i cammini presenti sul territorio per valorizzarlo. Siamo un network, una comunità di camminatori che sceglie il territorio da visitare per la sua bellezza e non solo, visto che per organizzare una manifestazione così serve anche un aiuto dalle infrastrutture». Così inizia il suo intervento durante la conferenza di presentazione Davide Nanna, uno degli organizzatori del festival e membro di cammini d’Italia: «Yunka vuol dire giungla, foresta, insomma un ecosistema nel quale ognuno fa la sua parte. Da qui il nome». Si ritorna al concetto di comunità, molto sentito dagli ideatori del festival. Nanna poi aggiunge: «Ci aspettiamo 350 persone al giorno nei nostri workshop, oltre che chi altro vorrà visitare i nostri stand. Ci tengo a dire però che questo non è un concerto, non siamo in città ma in un’area naturale che va rispettata».
Il rilancio dell’Appenino ripartirà quindi da attività turistiche, organizzate dai comuni e dalle associazioni del territorio per far conoscere quella che è una zona ricca dal punto di vista naturale ma anche da quello archeologico. A capo degli scavi, iniziati più di venti anni fa e culminati con il ritrovamento del quadrante solare più antico del mediterraneo, c’è Antonio Gottarelli: «Monte Bibele è poco conosciuta perché chi la ama vuole custodirla, non aprirla al mondo esterno». Poi prosegue: «Noi archeologi abbiamo preso a cuore questo luogo, qui c’è un immenso patrimonio. La gente deve venire a vederlo». Chi invece ha parlato delle difficoltà legate all’organizzazione è stato Ermanno Pavesi, presidente della cooperativa Foiatonda: «Il lavoro che abbiamo fatto è stato tanto e con tante difficoltà. I piccoli comuni hanno pochi soldi e quasi tutti vanno spesi per i danni dell’alluvione. Spesso si taglia dalla cultura, per fortuna questa volta non è successo».