Mafia

Il capo della Dia di Bologna, Marco Marricchi. Alla sua sinistra Francesco Morselli, capo dell'investigazione giudiziaria della Dia (foto Alessandro Fratini)

 

L'Emilia-Romagna è terza in Italia, dietro solo a Campania e Sicilia, per infiltrazioni mafiose. Il dato emerge dall'illustrazione fatta dalla Direzione Investigativa Antimafia (Dia) del proprio impegno nella lotta contro la penetrazione delle cosche nel tessuto economico e civile dell'Emilia-Romagna. Il rapporto della Dia evidenzia che nel 2024 sono state emesse 109 "interdittive",  provvedimenti con cui si vieta a un'impresa di partecipare a gare d'appalto o di ricevere concessioni e finanziamenti perché sussiste il rischio di influenze mafiose. Una cifra in aumento , dieci in più del 2023, secondo la Dia anche per l'efficacia delle azioni di prevenzione, che però pone il territorio regionale dietro alle più scontate interdittive emesse in Campania (241), e Sicilia (116), e molto davanti a Lombardia (67), Piemonte (27) e Veneto (8), regioni che hanno economie più forti o equivalenti.

Edilizia, agricoltura, trasporti, ristorazione sono i settori più colpiti, ai quali si aggiunge un aumento del 25% di richieste di verifica antimafia (da 1.409 nel 2023, a 1.769 nel 2024). Inoltre, a livello nazionale, nel 2024 si è registrato un aumento di provvedimenti interdittivi del 13% rispetto all’anno precedente (da 675 nel 2023, a 764 nel 2024). 

 


La presenza di clan nelle aziende italiane, tramite il numero di interdittive emesse

 

(Fonte: relazione Dia, 2024)

 

Nel rapporto si legge che «l’Emilia-Romagna è una Regione con un’economia relativamente solida, ma anche con alcune vulnerabilità che potrebbero essere sfruttate dalla criminalità organizzata […] attratte dalla situazione socio-economica favorevole», le quali derivano da diverse aree nazionali ed estere. In particolare, la presenza mafiosa più radicata in quasi tutto il territorio emiliano-romagnolo è la ‘Ndrangheta, che opera nell’edilizia, ristorazione, e trasporti attraverso l’uso di prestanome e l’intestazione fittizia di beni e società.

Seguono la Camorra, specialmente a Bologna, Modena e sulla riviera romagnola – con i clan Casalesi, Contini e D’Alessandro – Cosa Nostra e Sacra Corona Unita, meno strutturate rispetto alle prime due ma più attive nel riciclaggio di denaro e spaccio di droga. Rilevante è la presenza di mafie straniere con i gruppi nigeriani, albanesi e pachistani, con una forte base operativa a Bologna e operativi nel narcotraffico internazionale, prostituzione ed estorsioni interne tra migranti. Tra i casi più rilevanti nel contrasto antimafia, il rapporto ricorda le operazioni "Nero Ice Cream" e “Golden Brick”, insieme al Processo “Aspromonte Emiliano”, tra le attività criminali che hanno coinvolto figure imprenditoriali.

Marco Marricchi, capo del centro Dia di Bologna, ha illustrato i dati del rapporto e sottolineato l’importanza delle novità: «Quest’anno abbiamo raccolto le informazioni in un unico documento annuale, perché le precedenti relazioni semestrali risultavano distanti dalla realtà, mentre ora il gap temporale tra statistica e realtà si è ridotto. Ciò permette di avere un’immagine a tutto tondo delle azioni di contrasto in atto».

«La mafia in Emilia-Romagna è un polipo che si sa mimetizzare – continua Marricchi – ha lasciato da parte l’attività militare in favore di un approccio “imprenditoriale”, cioè assoggetta imprenditori e sa muoversi nei meandri della società, rimanendo celata. Tuttavia, la Dia e le forze dell’ordine hanno dimostrato che gli strumenti di contrasto esistono e sono forti e efficienti».

L’aumento dei numeri di provvedimenti indica una crescita della criminalità in regione? Il capo della Dia di Bologna risponde dicendo che «le 109 interdittive sono frutto di un’efficace sinergia tra l’azione di contrasto della magistratura e della prefettura. Quindi, si emettono un numero maggiore di interdittive grazie alla stratificazione di sentenze e la coordinazione tra le prefetture della regione, che garantiscono un’efficace azione di contrasto e prevenzione».