maternità

Sergio Lo Giudice (a sinistra) ai festeggiamenti della sentenza della Corte costituzionale con il sindaco di Bologna, Matteo Lepore (foto di Margherita Caprilli)

 

«La pronuncia della Corte dimostra che c’è un processo inarrestabile che il Governo Meloni non potrà ostacolare e a cui l’Italia si dovrà adeguare». Si dice fiducioso Sergio Lo Giudice, capo di gabinetto della città di Bologna e presidente onorario di Arcigay, in merito alla recente sentenza della Corte costituzionale che riconosce come genitrice legale anche la madre non biologica, oltre quella che ha portato avanti la procreazione medicalmente assistita. Una scelta che è in completa opposizione alle politiche della maggioranza, la quale finora si è impegnata per ostacolare pratiche favorevoli alle cosiddette "famiglie arcobaleno", come la gestazione per altri.

«L’incapacità del Parlamento è ancora sotto gli occhi di tutti, e di nuovo la Corte è costretta a rimediare alle sue mancanze – asserisce Lo Giudice – Già quattro anni fa la Consulta aveva espresso l’urgenza di varare una legge per tutelare i figli delle coppie di sole donne e di soli uomini, e ora è doveroso applicare questa nozione». Questa sentenza, stima l’ex presidente di Arcigay, può cambiare la vita di «centinaia di coppie omosessuali in Emilia-Romagna, e migliaia a livello nazionale», perché «lima le discrepanze emerse finora e protegge il diritto di riconoscimento dei figli secondo il principio di genitorialità basata sulla responsabilità, su cui si fonda il nostro ordinamento».

Infine, Lo Giudice esprime l’inevitabilità del progresso verso una realtà giuridica e sociale più tollerante e coerente riguardo i diritti delle persone e delle famiglie non eterosessuali: «Meloni sta conducendo una battaglia crudele contro la LGBTQIA+ e i bambini che è destinata a fallire, perché ci stiamo muovendo verso un contesto normativo nazionale ed europeo che sta andando nella direzione opposta a quella del Governo».