Libri

Giorgio Santangelo della libreria "La Confraternita dell'Uva" consiglia un libro a un cliente (Foto di Giulia Goffredi)
«Siamo come un negozio di camicie: il cliente deve comprare quella che lo veste bene e io devo aiutarlo nel girovagare tra gli scaffali. Spesso chi entra cerca consigli per regali molto personali o un libro che lo aiuti ad aprirsi a una nuova realtà». Un po’ sarto e un po’ dottore. Così Giorgio Santangelo spiega l’essenza del suo lavoro di libraio indipendente a “La Confraternita dell’Uva”, da aprile 2022 in via Belmeloro, dopo sei anni in via Cartoleria.
Si sa, l’editoria è un settore con qualche difficoltà. I dati più aggiornati, presentati dall’Associazione italiana editori (Aie) a fine gennaio, dicono che nel 2024 la spesa dei lettori è diminuita di oltre 23 milioni di euro rispetto al 2023 (-1,5%). Questo si traduce in quasi 2,5 milioni di copie vendute in meno (-2,3%). In un mercato in contrazione a livello nazionale, tuttavia, le librerie indipendenti bolognesi non si sentono in competizione con le grandi catene, bensì difendono la filosofia di un rapporto più diretto con libri, lettori ed editori. Nel “manuale di sopravvivenza” ci sono tante idee e attività per fidelizzare i clienti, come gruppi di lettura per grandi e piccini, sconti fedeltà e buste sorpresa. Ma tutto parte dalla grande cura dietro ogni proposta editoriale.
«Questa forma di libreria vuole riappropriarsi di un vecchio sistema, quello del proprietario di bottega con cui si deve parlare per lasciarsi trascinare e farsi consigliare» continua Santangelo. Al contrario, nelle librerie di catena l’esperienza dell’acquisto tende a essere meno personale. Soprattutto in quelle grandi, i clienti si interfacciano solo con commessi, mentre a occuparsi della selezione dei libri è un libraio specifico, cui loro fanno capo. L’altra faccia della medaglia è infatti il diverso criterio che guida il libraio indipendente nella scelta dei titoli da proporre ai suoi clienti: la bibliodiversità. In Italia, gran parte delle librerie di catena sono proprietà di grandi gruppi editoriali, i quali promuovono la vendita del loro marchio proponendo ai piccoli editori contratti molto poco vantaggiosi. Prosegue Santangelo: «Siamo specializzati nella piccola editoria che normalmente trova poco o nessuno spazio nelle librerie di catena. Cerco di lavorare senza distribuzione, che si prende una buona percentuale del prezzo di copertina, e con gran parte degli editori faccio un lavoro diretto, conoscendo le persone dietro i libri». Non solo maggiore varietà, ma anche il tentativo di valorizzare meglio il prodotto libro, in un’ottica di resa continua. Conclude Santangelo: «Non puntiamo solo su un sistema legato alle novità editoriali, ma cerchiamo di lavorare con il catalogo, per far sì che la vita di un libro sia più lunga. La vita media sugli scaffali di una grande libreria è di tre mesi». È un sistema che alla lunga produce molto spreco, perché i magazzini pieni di libri sono un costo e così i resi vanno al macero. Basti pensare che, stando a quanto riportato dall’ultimo rapporto sullo stato dell’editoria dell’Aie, nel 2023 sono stati pubblicati più di 85 mila titoli. Facendo un rapido calcolo, si tratta di circa 233 uscite giornaliere. Numeri da capogiro, che rendono impossibile per molti libri avere il tempo di farsi conoscere e apprezzare dai lettori.
«Il mercato dell’editoria è diventato sempre più bulimico» concorda Marco Tavarnesi di “Inuit Bookshop”, che ad aprile 2024 si è trasferita in via Petroni. «Noi invece non seguiamo la logica dell’ultima uscita. Una volta che lo scegliamo, un libro ce lo portiamo dietro anche per anni». Libreria, stamperia e piccola casa editrice, nel corso dei suoi quattordici anni di attività “Inuit” ha fatto da apripista nel settore del fumetto e dell’illustrazione per adulti, intercettato negli ultimi tempi anche dalle librerie indipendenti più generaliste e da quelle di catena. Anche per loro, però, non c’è rischio di concorrenza: «Per scelta, lavoriamo con case editrici piccole e medie, tanto con autoproduzioni. La maggior parte dei libri che vendiamo non possono essere trovati altrove se non andando alle fiere o conoscendo direttamente chi li pubblica». Un progetto fortemente identitario, ritagliatosi volutamente una fetta di mercato senza competitor del fumetto mainstream, che tuttavia può esistere solo perché alla libreria-casa editrice si affianca molto altro: stampe e cornici artigianali, mostre, corsi e workshop. «Solo con i libri probabilmente avremmo già chiuso dieci anni fa» confida Tavarnesi.
Le parole chiave sono quindi diversificare e coinvolgere, puntando a fidelizzare. Ognuno ha le sue strategie, come la tessera fedeltà con una piccola scontistica di “Sette Volpi”, libreria nata a settembre 2022 in Bolognina, o il “pacchetto indipendente” della “Confraternita dell’Uva”, lanciato con l’hashtag fidatiporcamiseria! durante il Covid, con all’interno due libri a sorpresa, o ancora le visite guidate gratuite per le scuole della storica libreria per ragazzi Giannino Stoppani, a Palazzo Re Enzo. Ma tra le più popolari ci sono sicuramente i gruppi di lettura.
«Una delle più grandi soddisfazioni del fare la libraia è il gruppo di lettura», s’illumina Ambra Pallanca, proprietaria, assieme a Pablo Marchitto, di “Sette Volpi”. Ogni mese, chi partecipa vota quale libro leggere dal catalogo di una piccola casa editrice proposta dai librai. Poi, all’incontro, viene invitato con un collegamento online l’editore del libro scelto. «La nostra filosofia è far conoscere chi sta dietro il libro, che non sia solo l’autore. Ai lettori piace molto. E a noi dà l’ulteriore possibilità di far conoscere le case editrici che vendiamo, perché anche il libro che non vince incuriosisce qualcuno del gruppo di lettura, che lo compra».
Il vantaggio è che questi gruppi funzionano con tutte le fasce d’età. Letizia Carlucci e Viviana Veneruso di “Attraverso”, libreria che da novembre 2019 accoglie i lettori più piccoli in via Santo Stefano, raccontano le attività che si sono inventate per avvicinare i bambini alla lettura: «Quest’anno abbiamo sei gruppi di lettura, due anni fa erano la metà. Nell’ultimo quadrimestre del 2024 abbiamo inaugurato un altro progetto. Una volta ogni due mesi facciamo una notte di letture genitore-figlio, dalle 20.45 alle 22. Creiamo un set particolare, con luci soffuse e lanterne per terra». Le due libraie sono contente, le attività funzionano, ma diversamente rispetto alle loro aspettative: «Su centoventi persone che incontriamo tra gruppi lettura e notti in libreria, solo venti frequentano la libreria all’infuori di queste occasioni. La consulenza ad hoc viene apprezzata, ma ci dovrebbe essere continuità, per capire se i consigli sono effettivamente giusti o no».
Inventarsi nuove attività, lavorare fino a tardi, fare sacrifici. «Il 2024 è stato un anno positivo, ma non c’è stata crescita» è l’istantanea di Santangelo, in cui la maggior parte dei librai si riconosce. Il problema, però, non è (solo) che in Italia si potrebbe leggere di più. Anzi, in una città culturalmente vivace come Bologna, piena di studenti, si riesce ad alimentare un circolo virtuoso di lettori fedeli. I margini si stringono altrove: gli affitti stanno diventando proibitivi (103.000 euro all’anno per la libreria Giannino Stoppani), mentre il costo dei libri è fisso per legge ed è definito dall’editore. Lo sconto massimo che una libreria può avere è del 5% sul prezzo di copertina. Quindi, se aumentano le spese d’affitto, una libreria può chiudere. A pesare sono pure le diverse politiche di sostegno alla domanda adottate nel 2024. Come nota Santangelo: «Il governo Meloni ha tagliato il fondo Franceschini per le biblioteche, stanziato dal precedente governo, che faceva sì che le biblioteche acquistassero circa due milioni di libri direttamente dalle librerie fisiche». «Una risorsa in più – aggiunge Silvana Sola della libreria Giannino Stoppani – che permetteva, attraverso le biblioteche scolastiche, di garantire il diritto alla lettura dei ragazzi». Ma proprio all’inizio di aprile è stato riaperto il bando per il 2025, che dovrebbe dare un po’ di respiro. Infelice anche la sostituzione della 18app, un aiuto economico dato al compimento della maggiore età, con le Carte della Cultura e del Merito, riservate solo a chi ha un Isee familiare fino a 35.000 euro o ha preso il massimo dei voti all’esame di maturità. Sempre Santangelo osserva: «Sono strumenti abbastanza ghettizzanti, che aumentano una discrepanza sociale ed economica notevole tra le persone». Secondo le previsioni dell’Aie, senza questi interventi, l’anno scorso il mercato sarebbe cresciuto a valore del 2,5%, invece di calare. Carlucci lo conferma: «L’assenza del fondo è stato un danno economico altissimo, abbiamo avuto una perdita di almeno il 15% del fatturato annuale». Che fare, dunque, per sopravvivere in uno spazio che si va restringendo? Carlucci sorride. «Sbarrare l’accesso ai libri brutti e investire tanto tempo nelle relazioni». Perché è innegabile: i tanti clienti che scelgono di sostenere questi negozi e si fidelizzano riconoscono il valore aggiunto che i librai indipendenti, con il loro impegno, i loro consigli e le loro proposte editoriali sanno offrire.
Letizia Carlucci e Viviana Veneruso della libreria "Attraverso" (Foto di Giulia Goffredi)
Il servizio è tratto dal "Quindici" n.2 del 30 aprile 2025