Il libro

Dettaglio della copertina del libro "Le parole fanno il solletico" (foto di Edoardo Cassanelli)
Lollo, Anna, Lisina, Romeo, Nonnino, zia Frignola: una sgangherata famiglia che ci prende per mano per condurci a scoprire le meraviglie del linguaggio figurato, delle capacità illimitate degli idiomi.
Daniel Pennac, scrittore francese di fama internazionale, e Stefano Bartezzaghi, scrittore, giornalista e semiologo formatosi all’Alma Mater, ci deliziano con un divertente e sfaccettato gioco a “suon di lingue” sui diversi modi di dire che ci sono in Francia e in Italia nel loro libro "Le parole fanno il solletico" (Salani, illustrazioni di Francesca Arena, traduzioni di Yasmina Mélaouah). Una raccolta di storielle familiari pensata per bambini e ragazzi, ma in grado di parlare a tutte le età, un labirinto di metafore che serpeggia per le Alpi, una volta toccando terra francese, una volta territorio italiano. In queste pagine, in cui Pennac e Bartezzaghi rivelano tanto di loro e della loro profonda amicizia, gli adulti parlano in una certa maniera e i più piccoli o non capiscono oppure utilizzano un loro personale linguaggio; a volte invece ciò che si dice viene preso alla lettera, con scenari comici che mettono in mostra la spiccata fantasia dei due autori.
E così, tra riflessioni e risate, si scorrazza tra espressioni tipo “essere sordo come una campana”, “avere il culo pesante” e “sbellicarsi”, senza però dimenticare che “sbellicarsi” deriva dalla parola “ombelico”, perché quando ridiamo ci teniamo la pancia. A maggior ragione se le parole ti fanno il solletico.
La recensione è tratta dal n.2 del Quindici uscito il 30 aprile 2025