Violenza giovanile

Tre agenti della Polizia di Stato in servizio (Foto: Ansa)

 

Malgrado la diminuzione di violenza giovanile registrata in Italia, i delitti efferati continuano a occupare le pagine di cronaca dei giornali, sia nella città di Bologna che in Emilia-Romagna (dove pure i reati perpetrati da minori sono in aumento) e nel resto del paese. Attorno a questo tema, le diverse forze politiche nazionali e locali si sono scontrate, accusandosi a vicenda nel tentativo di dare una spiegazione al fenomeno.

Come affermato dalla Procura bolognese, sono quasi 3700 i procedimenti a carico di minori in Emilia-Romagna nel 2024, un dato in aumento di quasi settecento casi rispetto all’anno precedente e in controtendenza rispetto al numero di delitti commessi da minorenni a livello nazionale, che è in diminuzione. Nello specifico, a fronte di un maggior numero di segnalazioni, sono triplicati gli omicidi volontari, e sono aumentate le rapine e le violenze sessuali di gruppo.

L’omicidio che per primo accese i riflettori sul problema della crescente violenza a Bologna fu quello di Fallou Sall, ragazzo di 19 anni di origine senegalese, accoltellato al petto lo scorso settembre durante una rissa scattata per delle provocazioni. In seguito al fatto, su cui ora è in corso il processo, Matteo Lepore aveva detto che «tutti hanno bisogno di sostegno» e che «quanto è avvenuto è un grido di dolore da parte dei ragazzi verso tutti noi. Da sindaco e da genitore dobbiamo riflettere molto su quelle che sono le nostre responsabilità come comunità».

Da allora, molto si è dibattuto sul come comprendere e soprattutto prevenire gli episodi legati alla criminalità giovanile. I fili rossi che alimentano il dibattito pubblico sono la facile reperibilità di armi da taglio, la tensione fra gruppi di giovanissimi, la scarsità di forze dell’ordine (denunciata dallo stesso sindaco) e, secondo l’opposizione, la mancanza di politiche di sicurezza efficaci.

Nel frattempo, però, molti altri giovanissimi sono rimasti coinvolti nel medesimo ciclo di violenza. A Casalecchio di Reno, ad esempio, il 6 febbraio 2025, i carabinieri hanno arrestato uno studente di 15 anni che ha accoltellato un 17enne tunisino fuori dalla loro scuola, che si è successivamente ripreso. Nella notte del 25 aprile, invece, il 19enne tunisino Eddine Essefi è morto in seguito alle ferite riportate durante una rissa, scoppiata dopo che la vittima avrebbe urtato accidentalmente un altro giovane per strada.

Più di recente, il 5 maggio, al parco della Montagnola, un 20enne tunisino è stato accoltellato alla schiena dopo una lite con un gruppo di cittadini pakistani. Il giovane avrebbe lanciato una bottiglia verso i suoi assalitori, che lo hanno inseguito e raggiunto, colpendolo non mortalmente con un coltello.