stragi

La strage della stazione di Bologna. 2 agosto 1980 (foto Ansa)
Nessun riferimento alle vittime del terrorismo neofascista nel programma del “Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi” stilato dalla presidenza della Camera. Una scelta che attira le polemiche e le proteste delle associazioni dei familiari. Mancherebbe, nel documento per la manifestazione del 9 maggio, la contestualizzazione di un periodo storico complesso che va analizzato in prospettiva e non può essere banalizzato o usato pretestuosamente a fini politici. Una storia che va raccontata tenendo conto di un quadro generale, quello degli anni di piombo, in cui è indubbio che abbiano operato tanto terroristi di destra quanto terroristi di sinistra. Una “sfumatura”, questa, che la presidenza della Camera non sembra aver considerato, come racconta Paolo Bolognesi (presidente dell’associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto) in questo articolo: Bolognesi: "Così non si fa onore alla storia"
Secondo Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei familiari di Ustica, il programma della manifestazione del 9 maggio «trascura vicende e stragi di cui ricorrevano importanti anniversari e rinuncia a ogni riflessione storica». Trascurate, per esempio, Ustica e la stazione di Bologna, stragi delle quali nel 2025 ricorre il 45° anniversario. Da parte della presidenza della Camera, sempre per Bonfietti, «una gestione verticistica che non ha dato alcun ascolto alle diverse indicazioni delle varie associazioni delle vittime».
Ha suscitato indignazione anche la scelta di Bruno Vespa per la conduzione della cerimonia. L’anchorman è stato ampiamente criticato per le sue posizioni su alcune delle stragi degli anni ’70 e ’80, come quella di Piazza Fontana e quella della stazione di Bologna.
A sostegno delle associazioni interviene anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, che – a margine della cerimonia di oggi per i vent’anni della fondazione regionale che aiuta le vittime dei reati – ha detto: «L’Emilia-Romagna è in prima fila per sostenere l’impegno incessante di tutti i comitati e le associazioni delle vittime delle stragi che hanno colpito anche il nostro territorio regionale. Dobbiamo essere riconoscenti a chi ha combattuto per vedere affermate la verità e la giustizia e garantire lo stesso impegno».
La denuncia arriva da più parti attraverso una nota firmata, oltre che da Paolo Bolognesi (associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto) e Daria Bonfietti (associazione dei familiari di Ustica), anche da Federico Sinicato (strage di Piazza Fontana), Manlio Milani (piazza della Loggia), Rosaria Manzo (treno rapido 904), Daniele Gabrielli (via dei Georgofili), Alberto Capolungo (vittime della Uno Bianca), Franco Sirotti (strage dell’Italicus), Benedetta Tobagi (figlia del giornalista Walter Tobagi), Sergio Amato (figlio del giudice Mario Amato) e Giancarlo Mancini del Centro studi Luigi di Rosa.