Chiesa

La statua in bronzo di Gregorio XIII a palazzo d'Accursio (foto di Wikimedia Commons)
Oltre duemila anni di storia della Chiesa, sei papi bolognesi. Quattro, se non si considera la provincia.
Il primo fu Onorio II, al secolo Lamberto Scannabecchi, pontefice tra il 1124 e il 1130. Non un vero bolognese, a voler essere pignoli: era originario di Fiagnano, più vicino a Imola che al capoluogo emiliano. Il suo governo è celebre per la scomunica a Ruggero II d’Altavilla.
Il secondo era un “vero” bolognese. Lucio II (Gherardo Caccianemici dall’Orso) fu papa per soli undici mesi, ed è ricordato soprattutto per la morte violenta, avvenuta a causa di una pietra che lo colpì in testa durante degli scontri contro i sostenitori dell’antipapa Anacleto II, a Roma.
Fino al XVI secolo non ci furono più pontefici bolognesi. Nel 1572 ascese al soglio Gregorio XIII (Ugo Boncompagni), papa particolarmente potente calato nel difficile contesto della Controriforma. La sua famiglia era molto nota per essersi arricchita con la merceria e col commercio di tessuti in Piazza Maggiore. Suo padre si poté permettere la costruzione di un palazzo, l’imponente palazzo Boncompagni ancora oggi visitabile in via del Monte. Non era un segreto che, prima di diventare papa, avesse avuto dei figli. Uno di questi, uscito allo scoperto, divenne addirittura comandante delle truppe pontificie. Gregorio XIII diede un forte impulso alle missioni in tutto il mondo. Sempre a lui si deve l’introduzione del calendario gregoriano. La sua statua in bronzo campeggia ancora oggi sopra il portone d’ingresso di Palazzo d’Accursio, salvata con l'inganno dalle truppe napoleoniche che volevano distruggerla. I bolognesi li convinsero infatti che si trattava di San Petronio, patrono della città.
Nel 1591 venne il tempo di Innocenzo IX, al secolo Giovanni Antonio Facchinetti de Nuce, che morì dopo meno di due mesi dalla sua incoronazione. È ricordato, nonostante la brevità del suo pontificato, per aver provato a contrastare la criminalità, per aver abbassato il prezzo del pane e per aver cercato di prevenire le inondazioni del Tevere.
Alessandro Ludovisi, Gregorio XV, governò dal 1621 al 1623. Lo si ricorda per essere stato l’ultimo papa ad aver emanato un atto ufficiale in tema di stregoneria.
L’ultimo papa bolognese, oltre un secolo dopo, fu Benedetto XIV (Prospero Lambertini), di cui parliamo anche in un altro articolo. Amante delle arti, delle lettere e delle scienze, si circondò di una corte di intellettuali e sovvenzionò biblioteche e sperimentazione tecnica. Il suo lungo mandato, che durò dal 1740 al 1758, gli consentì di attuare una riforma della società che rilanciò il prestigio di Bologna in tutta Europa. Fu un papa per molti versi innovatore e moderno, come dimostra il suo sostegno alle carriere femminili nell’ambito dell’insegnamento universitario.
Da domani (7 maggio) fino al 27 luglio la mostra “Benedetto XIV e Bologna. Arti e scienze nell’età dei lumi” a Palazzo Poggi racconterà l’impulso che l’ultimo papa bolognese diede alla cultura e alle scienze nella sua città. Ne parliamo in un altro articolo: A Palazzo Poggi una mostra su Benedetto XIV.