università

Brasimone (foto di Alberto Biondi)
Via a un nuovo Master offerto dall’Alma Mater di Bologna. L’obiettivo? Investire e operare nel settore dell’energia nucleare. In un mondo in guerra, in cui l’ombra di un possibile conflitto nucleare non è da escludere, l’Università di Bologna ha deciso di investire nel costruire piuttosto che nel decostruire.
Si tratta di un Master di secondo livello, ribattezzato “Nuclear energy: Foundamentals and Applications”. Il piano didattico è previsto in lingua inglese e ha la durata di un anno accademico.
Il merito dell’idea e dell’organizzazione va al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Alma Mater, in collaborazione con Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile. Il costo previsto era di 3.250 euro. Tuttavia, i contributi volontari da parte degli stakeholder del settore dell’energia nucleare hanno permesso di ridurre la quota a 1.800 euro.
Gli allievi potranno contare su una formazione di alto livello e comprendere, attraverso un programma articolato, gli aspetti critici della progettazione dei reattori nucleari e sfruttare le conoscenze acquisite per condurre e interpretare campagne sperimentali presso laboratori di livello mondiale dedicati alla ricerca nucleare. In particolare, le attività sperimentali prenderanno piede presso i laboratori Enea di Casaccia e Brasimone.
Al termine del percorso gli allievi avranno acquisito conoscenze interdisciplinari nei campi della fisica dei reattori, della sicurezza e impiantistica nucleare, dei materiali e della
In Italia il dibattito sul nucleare va ormai avanti da diversi anni. Ci sono stati due referendum in merito alla questione, uno nel 1987 che non chiedeva direttamente la chiusura delle centrali ma mirava a modificare le normative che le regolamentavano. Il secondo, del 2011, aveva invece lo scopo di abrogare la disposizione del 2008 per la realizzazione di nuovi impianti. In questa occasione l’elettorato, che si è attestato intorno ai 27 milioni, decise per una netta bocciatura del nucleare in Italia.
Tuttavia, il ricorso a questo tipo di energia è tra le possibili soluzioni per assicurare il conseguimento degli ambiziosi obbiettivi della decarbonizzazione totale previsti dal Green Deal europeo entro il 2050 in un contesto geopolitico che, in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina, ha dimostrato la difficoltà dell’approvvigionamento delle fonti.