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Roberto Giacchetti (Foto: Ansa)

 

«Utilizzare il decreto legge per trattare materie penali quando c’è in discussione un Ddl sugli stessi temi è folle, significa ammazzare l’iter parlamentare e creare tensione nelle carceri». Sono lapidarie le parole di Roberto Giacchetti, deputato di Italia Viva, sul “decreto legge sicurezza”, che ha suscitato forti polemiche nella società civile per le aspre restrizioni imposte e perché è stato approvato in modo controverso tramite procedura d’urgenza.

Il decreto, in vigore dall'11 aprile, rafforza le disposizioni in materia di ordine pubblico, prevedendo pene più dure per l'occupazione abusiva di immobili, limitazioni più stringenti sulle manifestazioni in carcere e in luoghi pubblici, il blocco della vendita di cannabis light e l'introduzione del reato di rivolta penitenziaria.

L’ex Vicepresidente della Camera, in collegamento all’incontro “Dal Ddl sicurezza al Dl sicurezza” nella Fondazione Forense di Bologna, ha ripreso le proteste dei giuristi presenti, muovendo importanti critiche verso le restrizioni considerate eccessive e anticostituzionali contenute nel provvedimento: «Quando arriverà il momento di convertire il decreto in legge ordinaria, il Governo metterà la fiducia e allora sarà impossibile presentare emendamenti. Un’operazione simile è di una gravità inaudita».

Giacchetti ha concluso il suo intervento attaccando duramente l’operato dell’Esecutivo, soprattutto in materia di sicurezza carceraria: «Questo Governo sta seguendo un disegno politico ben preciso: dice di voler rendere gli istituti detentivi più sicuri, ma in realtà vuole creare tensione e fomentare altre rivolte all’interno delle carceri, per poter portare avanti con la forza interventi più duri».