violenza

Conferenza stampa del ventennio della Fondazione emiliano-romagnola per le Vittime di Reato (foto di Christian Caporaso)
In Emilia-Romagna, nell’ambito del sostegno alle vittime che hanno subito violenza si fa la differenza. «La Fondazione è la prova che una Regione può farsi carico del dolore subito dalle vittime, esserci e aiutare in maniera concreta, senza retorica ma con responsabilità». Queste le parole del presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, intervenuto, questa mattina nel palazzo della Regione a Bologna, per celebrare i vent’anni della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato.
Una mattinata di celebrazione che ha acceso i riflettori sugli obiettivi raggiunti dalla Fondazione. Nata nell’ottobre del 2004, questa realtà ha come scopo quello di garantire un aiuto immediato e concreto a chi ha subito reati dolosi particolarmente gravi. A ricordarlo è stato anche il presidente della Fondazione, lo scrittore e giornalista Carlo Lucarelli.
Gli obiettivi raggiunti in questi due decenni di attività sono stati molti: la Fondazione è riuscita a sostenere più di mille vittime di violenze, compresi i familiari. Nello specifico si parla di 69 casi di femminicidio e 17 di tentato femminicidio, oltre il 70% delle richieste di aiuto ha riguardato la violenza di genere. Solo nel 2024 sono stati erogati contributi per un totale di 296.500 euro, che portano la somma complessiva a oltre quattro milioni di euro erogati in vent’anni. I fondi sono stati utilizzati per sostenere le vittime in diverse circostanze: dalle spese sanitarie ai supporti psicologici, fino a percorsi di studio e reinserimento sociale. L'intervento da parte della fondazione è immediato e, in media, avviene entro un mese dalla richiesta.
In Regione era presente anche Andrea Giacomini, comandante della Polizia Locale di Ravenna che parlando a "InCronaca", ha sottolineato il ruolo fondamentale della polizia locale nel sistema di supporto, evidenziando come oggi la violenza domestica e quella di genere rappresentino «il fenomeno più rilevante». «I numeri sono estremamente alti – ha spiegato – non solo per una recrudescenza, ma anche perché sempre più persone trovano il coraggio di denunciare. La nostra vicinanza ai cittadini e la capacità di conquistare la loro fiducia sono fondamentali per far emergere situazioni difficilmente intercettabili».
Ha fatto eco Andrea Piselli, comandante della Polizia Locale di Cesena, che ha posto l’accento sull’importanza della prevenzione e del rapporto con i più giovani: «Spesso il primo contatto che un ragazzo ha con una divisa è proprio con un vigile che gli ha fatto educazione stradale a scuola. È quella figura con cui ha instaurato simpatia, fiducia. E capita che sia l’unico punto di riferimento che ha in mente nel momento in cui diventa vittima o autore di episodi di violenza, disagio o bullismo».
Durante l’evento è stato anche proiettato il docufilm “Cerchi” della regista Margherita Ferri, nota per "Il ragazzo dai pantaloni rosa". Il film, prodotto dall’Agenzia di informazione e comunicazione della Regione, è un racconto corale fatto di immagini e testimonianze capaci di restituire il tempo, l’umanità e il valore del lavoro svolto dalla Fondazione in questi vent’anni.
Un’occasione per celebrare, ma anche per rilanciare l’impegno della Fondazione, che resta un presidio unico in Italia per capacità di intervento, velocità di risposta e umanità nell’ascolto.