sanità

Cittadini in coda al Cup, Foto Ansa
Attendere mesi per una visita o un esame, l’incubo di tanti bolognesi in coda al Cup (https://incronaca.unibo.it/archivio/2025/04/28/per-una-tac-non-bastano-due-mesi). Anche in Emilia-Romagna, una regione con statistiche d’eccellenza nel suo complesso, permangono alcune fragilità sul fronte delle prestazioni sanitarie (https://incronaca.unibo.it/archivio/2025/04/16/l2019emilia-ha-l2019orticaria-la-dermatologia-e-in-crisi-1). Tanti gli interrogativi: mancano i medici o i fondi? O entrambi? Nel mezzo dello scontro fra il Ministro Schillaci e l’assessore Fabi, cosa sta facendo l’azienda sanitaria bolognese per migliorare la situazione? Il Direttore sanitario, Michele Meschi, risponde alle domande di InCronaca, riconosce e conferma la presenza di criticità circoscritte a specifici settori, nel quadro di una globale azione positiva dell’azienda. «Sulla base dei dati relativi agli utenti che accettano la disponibilità all'interno del bacino territoriale di Bologna, nelle strutture pubbliche e del privato accreditato che opera per conto di Azienda USL, la situazione attuale, in particolare secondo le rilevazioni del primo trimestre 2025, mostra, per le visite specialistiche in priorità D, indici di performance del rispetto dei regolari tempi di attesa compresi tra l'89 e il 92%, e per la diagnostica della stessa categoria di prenotazione tra il 94 e il 97%, con alcune circoscritte criticità (ad esempio, esecuzione di diagnostica strumentale di secondo livello in alcuni specifici settori). Per le priorità B i dati raggiungono il 100% nella valutazione del medesimo arco temporale. Tali dati sono sostanzialmente in linea con quanto evidenziato nel 2024» descrive con minuzia. Una progettualità lungimirante, che propone soluzioni diverse: «L'Azienda Usl, anche nella previsione del fabbisogno crescente per gli anni a venire, si sta impegnando attivamente per la revisione dei percorsi di appropriatezza prescrittiva, di presa in carico diretta, nonché di ottimizzazione delle risorse per il governo della domanda e dell'offerta, attivando e implementando percorsi specifici per le malattie croniche e avvalendosi del supporto di nuove tecnologie, alla base della telemedicina», conclude.