INSULTI SOCIAL

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                                                                                                                  Emily Clancy. Foto concessa dall'interessata

 

«C’è la firma delle forze politiche di destra, dietro ai messaggi d'odio rivolti Emily Clancy». Così Matteo Lepore, sindaco di Bologna, commenta gli insulti social ricevuti dalla vicesindaca per aver preso posizione contro i poster affissi in città dall'associazione Genitori sottratti che avevano l’obiettivo di schernire la campagna sulla violenza di genere. “Schifosa”, “appenditi”, “fasciofemminista” sono solo alcuni degli insulti rivolti alla vicesindaca. «Non è la prima volta che ciò accade – dice Lepore. - Si deve sapere in questo Paese la destra utilizza i social e i mezzi di comunicazione per provare a fermare gli avversari attraverso l'odio. Cosa che purtroppo produce dei seguaci e la rete è piena di persone che usano l'odio come strumento di lotta politica».

Anche la consigliera regionale del Pd Simona Lembi ha espresso il suo sostegno a Emily Clancy: «È semplicemente bellissima in tutti i significati con cui si può declinare questo termine. La vicesindaca è stata attaccata nei giorni scorsi, pesantemente, sui social, in particolare sull'aspetto fisico (ma non solo) per aver osato commentare una campagna pubblicitaria, ignobile, oscena e vergognosa».

La campagna in questione tentava di metter insieme cose completamente diverse, a detta della consigliera: la violenza contro le donne e le pronunce contro i padri nelle cause di separazione in merito alla custodia dei figli.

«Quando si ha uno sguardo nuovo sul mondo, nessuno, ma proprio nessuno ti srotola davanti il tappeto rosso. Succede a tutte prima o poi di essere insultate. La buona notizia è che siamo diventate tante a pensarla in un modo nuovo. E che unite siamo invincibili», sostiene Lembi.

La stessa Clancy si è detta quasi “imbarazzata” del sostegno ricevuto: «Ogni tanto dobbiamo dire basta. Farlo sapendo di poter contare sul supporto di tantissime donne e uomini è un bellissimo privilegio e ti e vi ringrazio profondamente».