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Federico Moccia. Fot Ansa)
A questa iniziativa bolognese risponde, non tanto sorpreso Federico Moccia, scrittore e regista, che con il suo “Ho voglia di te”, del 2005, naturale prosecuzione del precedente “Tre metri sopra il cielo”, ha tenuto a battesimo anche lui un po’ per scherzo, o forse più per esigenze letterarie, la moda dei lucchetti degli accoppiati di ponte Milvio.
«Nel libro è Step -racconta -, il protagonista, che per suggellare il suo sentimento verso Babi, chiude il primo lucchetto al terzo palo del ponte guardando il Foro Italico». Nella realtà, invece, è Moccia in persona che, «la notte prima dell’uscita del libro, in moto, per paura che i lettori rimanessero delusi», sigilla il primo lucchetto a una catena portata da casa che di lì a poco viene invasa da decine e decine di compagni d’acciaio. «Una settimana dopo la presentazione del libro, ripassai da ponte Milvio e rimasi di sasso. Li contai uno per uno, c’erano già 156 lucchetti».
Il resto è storia. In pochi mesi, il ponte, le cui origini risalgono alla seconda guerra punica, divenne casa e rifugio degli innamorati, o presunti tali, che un po’ per ingenuità, un po’ magari credendoci davvero, affidarono a quella catena le loro promesse di amore eterno, poco intimoriti da un’insensibile banda di ladri che «una notte – ricorda Moccia – armati di cesoie e furgone, rubarono più di 8.000 lucchetti», in beata barba alle speranze e agli acrobatici lanci di chiave nel Tevere di quegli inguaribili romanticoni. Ma l’amore è duro a morire e in men che non si dica riecco nuovi lucchetti e nuove promesse. E a chi si preoccupa per la tenuta dei piloni e per l’acciaio che pesa di più di qualsiasi parola, Moccia assicura che «il ponte gode di ottima salute. Durante la seconda guerra mondiale ci passavano i cingolati dell’esercito. Altroché peso dei lucchetti. Possiamo dormire sonni tranquilli». E di bei sogni possono farne anche i single di Bologna che Moccia invita a Roma augurando loro di trovare l’altra metà della mela perché «vede, l’iniziativa bolognese è interessante, democratica. Anche n single è giusto che abbiano il loro lucchetto. Eppure, penso che la loro sia una paura d’amare, un timore di stringere un legame con un altro essere umano. Il bello della vita è la condivisione, quindi, sì, facciamo promesse a noi stessi, anche con i lucchetti, ma diamoci una svegliata e impariamo ad amare anche gli altri». Così, anche banalmente, anche sdolcinatamente che tanto, prima o poi, ci caschiamo tutti.
L'approfondimento è tratto dal n.1 del Quindici uscito il 9 aprile 2025