carceri

«Non credo che entro la fine dell’anno si potrà chiudere la sezione minorile alla Dozza». È categorico il Garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri che, alla conferenza stampa sul trasferimento dei giovani detenuti alla Dozza, è intervenuto sul sovraffollamento delle carceri e in particolare sulle condizioni dei minori dietro le sbarre. «Secondo le informazioni che ho raccolto nella rete dei garanti – dice Cavalieri – la struttura di Rovigo sembra essere pronta all’apertura, la sede dell’Aquila riaprirà a fine estate, mentre risulta molto arretrata l’apertura dell’istituto di Lecce». La permanenza dei giovani alla Dozza di Bologna sembra prolungarsi, ma resta sotto controllo secondo Cavalieri che dice di aver trovato «un giusto rapporto di agenti e ragazzi, uno a uno, e anche un rapporto personale educativo, ma siamo fuori dai tre mesi preventivati dalla giustizia minorile».

Anche se organizzata nella sede della Regione, la dimensione della conferenza stampa è nazionale. Accanto a Cavalieri, siedono i garanti regionali: Samuele Ciambriello (portavoce nazionale della conferenza dei garanti), Bruno Mellano (Piemonte) e, in collegamento video, Piero Rossi (Puglia), Mario Carmel (Veneto) e Gianmarco Cifaldi Abruzzo.

«Stanno organizzando una deportazione che non vive una territorialità della pena», dice Samuele Ciambriello, portavoce nazionale della conferenza dei garanti. «Chi può permettersi un avvocato – continua il portavoce - disposto a spostarsi da una regione all’altra?». A complicare il sovraffollamento delle carceri, già al 150% secondo Ciambriello, è il decreto Caivano che «criminalizza i minori». Un giovane che viene trovato con uno spinello finisce in carcere – denuncia Ciambriello – e in Italia ci sono già 1.300 minori che vivono tra le comunità pubbliche e private». In un paese dove manca l’inclusione sociale, il carcere per i minori deve restare «l’extrema ratio», dice Ciambriello.

«Dislocare i ragazzi complica il percorso di reinserimento», aggiunge Bruno Mellano, garante dei detenuti del Piemonte. Le soluzioni che, secondo Mellano, mancano in Italia sono «le comunità per l’uscita del circuito penale minorile».

Una situazione che nelle carceri si fa sempre più insostenibile. Le agitazioni e le rivolte, che sembrano una conseguenza del sovraffollamento, in realtà nascondono altro. Ne è convinto Piero Rossi, garante dei detenuti della Puglia, che in videocollegamento ha affermato che «le rivolte di Bari sono scoppiate per un istinto preventivo e di autoprotezione dei ragazzi contro il dislocamento. Il decreto Caivano - dice Rossi - abbassa la soglia dell’ingresso per i meccanismi di custodia cautelare».

Sul sovraffollamento del Carcere della Dozza è intervenuto oggi a Bologna, per il 208esimo anniversario della Fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari che ha detto: «Stiamo attendendo il commissario straordinario che è al lavoro per rimettere a posto nuovi padiglioni e vecchi padiglioni, dando la possibilità di avere circa dagli otto ai diecimila posti in più nei due anni».