Scuola

Nella foto Ansa il liceo Augusto Righi
È la quarta occupazione in un mese che sfuma nel giro di qualche giorno. Dopo quella di inizio aprile al liceo scientifico Copernico, terminata per decisione degli studenti stessi, è scattato l’effetto domino: c’è stato il Minghetti, diventato un caso politico per le denunce agli studenti, poi il liceo artistico Arcangeli in zona Murri, e adesso anche il Righi, dove la mobilitazione studentesca iniziata lunedì è diventata un’autogestione, in collaborazione con insegnanti e presidenza. Né gli studenti del Righi né il corpo docenti hanno rilasciato dichiarazioni a InCronaca.
Diverse le motivazioni di questo fallimento generale, ma possiamo individuare due tendenze principali. Da una parte le divisioni interne, la mancanza di un consenso generale che si traduce in una fragilità di fondo del blocco studentesco. Dall’altra, un elemento che sembra essere comune a tutte le occupazioni: dei ragazzi esterni alle scuole che sono entrati hanno creato scompiglio e danni negli edifici e che, nella maggior parte dei casi, gli occupanti stessi non sono stati in grado di gestire.