fine vita

Cure palliative, anche "a casa", per evitare il ricorso a una pratica come il suicidio assistito. È questo il parere dal cardinale di Bologna e presidente della Cei Matteo Zuppi, sulla proposta di legge dell'associazione Luca Coscioni che ha scatenato una battaglia in Assemblea legislativa regionale e incassato lo stop del Comitato nazionale di bioetica. «Sicuramente sarebbe curioso e complicato che ogni Regione avesse un diverso approccio per affrontare il problema e gli hospice – sottolinea Zuppi – sono troppo pochi o non ci sono. Sebbene manchi tantissimo perché le cure palliative rispondano alle esigenze, sarebbero un modo per evitare di trovarsi di fronte a situazioni di scelte drammatiche per tutti quanti».

D’accordo con il cardinale Zuppi – che ritiene «sia indispensabile esista una cura capace di proteggere e dare dignità fino alla fine» - anche la direttrice del Sant'Orsola di Bologna Chiara Gibertoni. «Il suicidio assistito è un bisogno che va evitato e si può farlo con le cure palliative», ha dichiarato Gibertoni. Praticata al momento da un’unica struttura, guidata da Daniela Valenti, la cura palliativa potrebbe secondo la direttrice del Sant’Orsola «permettere anche l'applicazione della 219, ovvero la pianificazione condivisa delle cure che eviterebbe quella solitudine nelle fasi finali del percorso terapeutico che possono portare al bisogno del suicidio assistito». Mentre il direttore dell'Ausl di Bologna Paolo Bordon rivela che «al momento non ci sono state richieste di suicidio assistito ma per l’Ausl di Bologna la delibera approvata dalla Regione è valida», la consigliera regionale M5s Silvia Piccinini ribatte alle affermazioni di Gibertoni. «Le dichiarazioni sul suicidio assistito della direttrice del Sant'Orsola sono molto gravi. Ci aspettiamo che l'assessore Donini prenda immediatamente le distanze e venga al più presto in commissione a chiarire la situazione», afferma Piccinini. Non solo le parole di Gibertoni producono disinformazione confondendo i due temi distinti del suicidio assistito e delle cure palliative, ma soprattutto sembrano non tenere conto della sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito il diritto al fine vita e alla volontà della regione di perseguirla. C’è necessità di approvare una legge che regoli il fine vita e lo tuteli delle interpretazioni delle aziende sanitarie o dei singoli politici», conclude Piccinini.

 

Foto:Ansa.