Esposizione

mostra

Sono l’individualità e il rapporto con lo spazio pubblico i temi di “Very Well, on My Own”, la mostra antologica di Ludovica Carbotta, allestita nella Sala delle Ciminiere al Museo d’arte moderna e contemporanea di Bologna. La disposizione non segue un’andatura cronologica, ma si sviluppa per nuclei tematici che riflettono sul rapporto tra lo spazio individuale e quello della città, in un mondo in cui spesso i confini si confondono.

Non esiste un vero e proprio percorso da seguire, ma a scegliere da che parte cominciare è chi si muove tra le opere. Eppure, a prescindere dal punto di partenza, il percorso culmina nell’ultima sala, in cui è proiettato il film inedito Monowe. La proiezione consiste nel tentativo di sintetizzare il viaggio intrapreso finora: si tratta di un progetto di ricerca che impegna l’artista dal 2016, il suo più grande ciclo di opere che racconta di un immaginario agglomerato urbano abitato da un unico cittadino. La prima installazione – Monowe (Entrance to the City) – fu realizzata in occasione di Dopo, Domani, ON, proprio al parco del Cavaticcio di Bologna. Dunque, tornare nella città che ha ospitato la prima versione dell’opera, rappresenta anche un modo per intraprendere un percorso a ritroso.

Monowe è uno spazio che cerca di riflettere la città contemporanea sia dal punto di vista architettonico ma soprattutto da quello istituzionale: pur essendo l’unico cittadino, il protagonista continua a ricordare e mettere in scena il suo rapporto con gli spazi istituzionali, a partire dalla casa al museo al tribunale e così via.

 

Nell'immagine una parte della mostra. Foto di Sofia Centioni

Questa recensione è stata già pubblicata sul Quindici n. 16 del 15 febbraio