bologna divisa

La discussione su Bologna Città 30 sta monopolizzando il dibattito pubblico, le bacheche di Facebook e Instagram e il profilo social di Fausto Tomei (Coalizione Civica), che nel giorno zero dell’esperimento posta: «Dopo tanti insulti beccati in questi mesi, oggi sono solo contento che la città sia più sicura, più silenziosa, più civile, e quindi assai più bella».

 

Tomei, ‘difensore’ di città 30, perché sui social viene attaccato?

«L'obiettivo di questa operazione è chiaramente la sicurezza della città e il cambio della qualità di vita per gli utenti della strada, che siano diversi dagli automobilisti. Invece viene percepita come un’operazione fatta per vessare gli automobilisti»

 

Città 30 e cantieri: non c’è un rischio di ingorgo?

«Sono due cose diverse: i cantieri sono delle operazioni che derivano in parte dalla pregressa amministrazione, in parte da questa, e servono per portare un cambio della mobilità a Bologna. Come il tram, pensato per ridurre il carico sulle nostre strade. Città 30 non è un'operazione di mobilità. Ma è chiaro che poi porta anche a un cambio della percezione della mobilità in città»

 

Lei con che mezzo di trasporto si sposta?

«Fino a 15 anni fa, mi muovevo quasi sempre in macchina, ora non la uso praticamente più, perché mi sono reso conto che il 90% dei miei spostamenti non necessita di un’auto».

 

La petizione contro Città 30 per un referendum, indetta da Guendalina Furini, bolognese di 22 anni, ha superato le 44mila firme… 

«Immagino che sui social sia facile muovere i pareri avversi, anche fuori città. Dei 44mila bisogna vedere quanti sono bolognesi e quanti esterni»

 

Se mai dovesse passare lo stop alla Città 30, cosa cosa potrebbe succedere?

«Se vogliono fare il referendum devono raccogliere 9.000 firme autentica in tre mesi di cittadini bolognesi. Io sono abbastanza tranquillo, perché so che ci sono migliaia di automobilisti arrabbiati, ma anche decine di migliaia di persone che vivono la città in un altro modo e sono contentissime»

 

Per esempio?

«Tutte le madri che accompagnano i bambini a scuola a piedi o in bicicletta».

 

Se ci fosse il referendum, chi potrebbe vincere la battaglia?

«Tutti i voti a destra verrebbero portati contro l'amministrazione e quindi si sommerebbero a chi è veramente contrario. È un'operazione. Però ritengo che, anche in questo modo, il referendum si potrebbe tranquillamente vincere da noi favorevoli perché la maggior parte dei residenti a Bologna è d’accordo».

 

Foto fornita dall'intervistato