vox populi

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Il cantiere del tram è arrivato anche in via Riva di Reno. I residenti e i commercianti hanno preso d'assalto il punto d'informazione esprimendo dubbi e preoccupazioni. Le paure sono tante. Alcuni temono di perdere i clienti, altri di essere isolati o di non avere più visibilità. Altro timore diffuso sono i problemi legati all'igiene e all'invasione di animali infestanti a causa della riapertura del canale. Molti lo vivono come un'imposizione, sono pochi ad apprezzarlo.

 

Miriam, 50 anni, proprietaria di una cartoleria in via Riva di Reno

«Questo cantiere, che è già partito e deve necessariamente essere portato a termine per le tasche dei bolognesi, deve essere gestito in modo decisamente più organizzato tra amministrazione comunale, le maestranze del cantiere e di chi il cantiere lo deve vivere per forza, ovvero i residenti. Prima dell’inizio dei lavori erano stati organizzati svariati incontri di ascolto della cittadinanza durante i quali eravamo noi ad ascoltare loro. Il tram ci è stato imposto, non abbiamo avuto scelta e ora non si torna indietro».

 

Andrea, 51 anni, proprietario di un bar in via della Grada e residente in zona

«Mi sembra un progetto un po’ azzardato. Non so come faremo con i parcheggi nei prossimi due anni. Io ho il garage, perciò, per me non è un problema. E gli altri dove la mettono la macchina? Noi in via della Grada siamo già un po’ isolati, non vorrei che il cantiere ci tagliasse fuori ulteriormente. Spero in un buon risultato ma ho anche tanti dubbi».

 

Paolo, 56 anni, proprietario di un’officina in via della Grada, non residente

«Il tram è un progetto interessante ma per noi, un cantiere in questa zona rischia di diventare un grosso problema. Il 30% dei nostri clienti arriva da fuori le mura. Se a causa del cantiere ci saranno disagi legati alla viabilità rischiamo di perderli». 

 

Anna, 79 anni, proprietaria di un negozio di abbigliamento in via San Felice, residente

«Sono contraria a questo cantiere al 100%. Mi preoccupano i tempi che finiscono sempre per allungarsi per queste grandi opere. Prima che si veda qualcosa di concreto ci vorranno più o meno tre anni, quando il tram entrerà in funzione insomma. Intanto noi vivremo in mezzo al cantiere per il prossimo anno e mezzo. Sono anche molto preoccupata per la riapertura del canale. Ricordo che lo avevano chiuso per ragioni igienico-sanitarie. Rischiamo di essere invasi da animali come ratti e zanzare. Spesso tengo il cane in giardino non voglio che rischi di essere morso dalle pantegane».

 

Nicola, 47 anni, operatore sociosanitario, non residente 

«Io preferisco la bici ma riconosco che girare in macchina sia diventato difficile. Con tutti questi cantieri aperti tutti insieme la città è diventata un casino. È un disagio perenne, non se ne può più. Ma poi lo regge il suolo questo tram? Il mio timore è che si possano avere cedimenti strutturali. È un continuo di tubi dell’acqua che cedono per non parlare dei canali sotterranei. Lo avranno anche considerato ma io resto scettico».

 

Elisa 52 anni, assistente alla poltrona

«Tutti questi lavori. Troppi e non necessari mentre la manutenzione ordinaria è latente. Le strade sono piene di buche. Se ne prendi una in macchina al massimo la danneggi. Se ne prendi una in bici non sai se ti rialzerai. Tutti questi assessori ai lavori e alla viabilità hanno mai girato sulle nostre ciclabili? Alcune sono molto pericolose. Girano in macchina per Bologna? Come fanno a non rendersi conto delle reali problematiche della nostra città. Vogliono farne una città europea quando Bologna è ancora molto provinciale». 

 

Fausto, 77 anni, pensionato ed ex dirigente sindacale nazionale, residente in via Riva di Reno

«Del tram se ne può anche fare a meno. Non credo sia obbligatorio aprire anche il canale. Ormai hanno deciso, d’accordo. Vedremo i risultati. Il traffico è molto cambiato da quando c’era il primo tram. Serve un nuovo piano per la viabilità altrimenti vivremo perennemente negli ingorghi. E i cantieri non fanno altro che peggiorare la situazione». 

 

Giuseppina, 77 anni, proprietaria di un bar in via della Grada e residente in zona

«Il tram è un valore aggiunto. La città sarà splendida. Mi piace l’idea di aprire il canale e anzi peccato che lo aprano soltanto in Riva di Reno. Mi sarebbe piaciuto che arrivasse fino all’Opificio delle Acque in via della Grada. Io il tram me lo ricordo poco, ero piccola quando l’hanno dismesso.  Ricordo solo che i ciclisti spesso finivano incastrati tra le rotaie con le ruote».

 

Maria Grazia, 27 anni, ostetrica, non residente

«Una cosa in più, ben venga. Un mezzo pubblico nuovo magari anche più efficiente. Poi la zona verrebbe riqualificata. Attualmente sembra solo un grande parcheggio. Qualche albero in più e il canale aperto ne migliorerebbero l’aspetto e la fruibilità». 

 

Camilla, 26 anni, studentessa e lavoratrice in un supermercato, non residente

«Gli autobus sono lenti, perennemente in ritardo. Il tram è un mezzo che potrebbe aiutare a smaltire gli autobus affollati. Aiuterebbe molto la viabilità della nostra città. Ho vissuto un anno a Firenze dove grazie al tram si gira agevolmente per il centro».