esposizione

Gira tutta intorno agli spazi sontuosi che la ospitano la “mostra Mimmo Paladino nel palazzo del Papa", in occasione dei cinquanta anni di Arte Fiera. Dopo Michelangelo Pistoletto, Marino Marini e Aldo Mondino, Palazzo Boncompagni torna a ospitare un grande artista contemporaneo all’interno degli spazi cinquecenteschi, ex dimora di Papa Gregorio XIII.

Mimmo Paladino ha sempre avuto avuto stretti legami con la città di Bologna, a partire dall’amicizia con Lucio Dalla, per culminare nella Laurea ad Honorem ricevuta nel 2020 dall’Università Alma Mater. «Mimmo a Bologna ha festeggiato anche il suo cinquantesimo compleanno» ha ricordato la curatrice della mostra Silvia Evangelisti.

L’allestimento si articola intorno a quattro sale principali e a legare gli spazi lungo tutto il percorso è il tentativo di costruire un rapporto con ciò che Palazzo Boncompagni rappresenta, a partire dalla sua storia. «Si tratta di uno spazio di per sé molto caratterizzato ed è bellissimo vedere come riesce a interagire con le opere che contribuiscono a ridefinirlo – ha detto Paola Pizzighini Benelli, presidente della Fondazione palazzo Boncompagni -. In particolare Respiro, la scultura che simboleggia il Giappone, si inserisce alla perfezione in questi luoghi dal momento che Papa Gregorio XIII evangelizzò la Cina e il Giappone e fu il primo a ricevere una missione di gesuiti giapponesi». 

Ad accogliere i visitatori nella prima sala ci sono due guerrieri impassibili, legati tra loro da Respiro, un’opera che parla del Giappone, e che culmina nel gigantesco Elmo di bronzo ricoperto di numeri, labirinti e lettere in un idioma sconosciuto. Ma, le sale di maggiore impatto sono quella dei cavalli neri e delle madonne nere. «Lo scopo di Paladino è quello di ritrovare il sentimento della sacralità e della lotta che da sempre caratterizza la storia dell’essere umano; e i cavalli sono la perfetta rappresentazione di questo tentativo perché cercano di liberarsi da ciò che li imprigiona al pavimento» ha spiegato Silvia Evangelisti. Le Madonne nere, invece, in parte stridono con luogo legato all’immagine sacra del Papa e della Chiesa. «Esiste una lunga tradizione popolare e mediterranea di raffigurare le Madonne, che invece sono sempre state rappresentate in maniera celestiale» ha spiegato l’artista. L’idea, dunque, è quella del personaggio evangelico che "diventa terra".