Interporto

La Guardia di finanza di Bologna ha dato disposizione di provvedimento del sequestro preventivo finalizzato alla confisca di merce importata dalla Cina, stoffe grezze per la confezione di abbigliamento, e arrivata all'interporto di Bologna. Per l'evasione dell'Iva, che ammonta a 13 milioni di euro, sono indagate otto persone fisiche e sette persone giuridiche. Le indagini sono state condotte dai finanzieri del primo gruppo Bologna in collaborazione con i colleghi del gruppo di Prato. 

Il comandante generale della guardia di finanza di Bologna Carlo Levanti ha commentato così la vicenda: «L’importanza di questa indagine è che è stata condotta con la procura europea e attiene all’ambito strettamente doganale. Sono stati riscontrati reati di contrabbando, falsità ideologica e emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’operazione è stata un concerto di forze tra guardia di finanza e agenzia delle dogane, ma anche e soprattutto grazie a un’attività di carattere trasversale condotta unitamente ai colleghi del comando provinciale di Prato. Senza questa collaborazione sarebbe stata molto più articolata e difficile la conduzione di questa indagine che ha portato oggi all’adozione di un provvedimento di un sequestro preventivo per un ammontare di sette milioni».

La merce irregolarmente importata ammonta a oltre 13.600 tonnellate di stoffe per un valore di circa 63 milioni di euro; l’Iva evasa è pari a 13 milioni.

«Il regime del deposito fiscale Iva è stato sfruttato indebitamente nella frode. La merce era soprattutto materiale tessile destinato al reparto del pronto moda prevalentemente del distretto di Prato. La provenienza di questa merce derivava sia dall’estremo oriente che dalla Turchia. L’evasione delle imposte attengono sia ai diritti di confine, i dazi doganali, ma anche all’imposta sul valore aggiunto con un danno al bilancio dell’Unione Europea» continua Levanti.

Le indagini si sono concentrate sull’importante hub logistico dell’interporto di Bologna, dove avviene lo stoccaggio delle merci in arrivo dalla Cina.

«Anche l’interporto di Bologna ha collaborato attivamente all’operazione. Il fronte pratese è ben più conosciuto e diffuso anche sulla stampa, è un’attività che la guardia di finanza della Toscana e dell’Emilia conduce sistematicamente per contrastare questi fenomeni che vanno in danno dell’economia nazionale e di quegli operatori dei distretti industriali tipici di queste regioni che conducono le loro attività in maniera regolare ed onesta», ha concluso Levanti.

 

Foto di Nikol Ceola