spaccate

«Ci sono ampie immagini di quello che è successo», rassicura il sindaco Matteo Lepore dopo le spaccate delle vetrine di alcune attività commerciali che da fine marzo si stanno susseguendo a distanza ravvicinata nel centro storico. «Le persone in molti casi non erano a volto coperto, quasi nessuna, e sono state filmate. Una persona è stata già individuata, ci sono delle indagini per fermarne anche altre, quindi penso che gli inquirenti, la polizia e i carabinieri che seguono le indagini hanno tutti gli elementi per poter fermare chi si è macchiato di questi reati».

Un modo per rispondere alle domande critiche di Matteo Di Benedetto, Giulio Venturi (Lega), Samuela Quercioli (Bologna ci piace), Nicola Stanzani (Forza Italia), Fabio Brinati, Felice Caracciolo (Fratelli d’Italia) e lo stesso Claudio Mazzanti del Partito democratico. Questo perché il Comune di Bologna ha lavorato per coprire tutto il centro storico di telecamere di videosorveglianza.

«È necessario capire se le spaccate sono frutto dell'attività di due balordi, di alcuni sbandati, di persone che purtroppo capitano nelle città. Sappiamo - afferma Lepore - che abbiamo diverse persone che fanno uso di stupefacenti e a volte di sostanze che portano comportamenti di un certo tipo e al mancato controllo delle proprie azioni. Sicuramente questi potrebbero essere infatti causate da persone di questo tipo. Oppure va chiarito se dietro questa escalation mediatica, per ora, non vi sia un'organizzazione o qualcosa di più», aggiunge il primo cittadino. «Di questo si parlerà nel summit con le associazioni di categoria previsto per oggi e poi la prossima settimana al Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica - segnala Lepore - così da accendere un faro di legalità sulla zona, perché abbiamo bisogno di fugare ogni dubbio e accertare se dietro queste spaccate non vi sia un linguaggio diverso. Al momento, non abbiamo dati concreti per comprenderlo».

Su questi episodi il presidente di Confesercenti, Loreno Rossi, ha commentato: «In trent’anni nel commercio non ho mai visto nulla di simile. Ci sono commercianti che giurano di svegliarsi la notte per controllare l’app collegata alle videocamere dei loro negozi. Hanno paura. Questa sera all’incontro con il sindaco e gli esponenti delle altre associazioni chiederemo più uomini che presidino le zone più colpite che poi sono quelle dei cantieri, anche in modo straordinario». Poi si rivolge alle istituzioni: «Non si può chiedere solo agli esercenti di agire per rendere più sicuri i propri locali. I commercianti fanno il loro, ma non basta, serve che anche la politica e le forze dell’ordine si attivino». Sull’intervento del questore Antonio Sorbone che parla di “fenomeno da frenare perché avrebbe un forte impatto sulla città rendendola meno sicura” e l’impegno a “calibrare le forze in campo, compreso l’esercito”, il presidente ha dichiarato che “approva”. Sul tema si è espresso anche il direttore del Cna di Bologna, Claudio Pazzaglia, che ha paventato l’ipotesi che «dietro alle spaccate seriali possa esserci un "disegno criminale" però -  spiega - non penso sia una grande organizzazione mafiosa, ma un gruppo più piccolo, locale. La nostra è un’ipotesi, ci sembra strano che un singolo faccia danni di questo tipo per 200 euro. Mentre un gruppo criminale potrebbe farlo con l’intento di diffondere panico e instabilità».

 

 

Foto Agenzia Dire