Manifestazione
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«Ma quale Stato, ma quale natalità, non ci avrete serve della (ri)produttività» è lo striscione esposto dalla collettiva La Mala educación davanti al palazzo della Regione in cui si stava tenendo l’incontro degli Stati generali per la natalità. In quel momento, ai microfoni si trovavano il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il sindaco Matteo Lepore, la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella e il cardinale Matteo Zuppi, il quale aveva da poco dichiarato ai giornalisti che «la vita ha senso solo se donata a qualcuno».
Nel corso della protesta, durata una decina di minuti, si sono alternate alcune attiviste della collettiva al megafono: «I temi affrontati dagli Stati generali della natalità riducono il discorso della genitorialità a termini principalmente economici e assistenzialisti. Parlano di congedo parentale, assegno unico, mutuo a tasso fisso, quando molti di questi sostegni sono previsti solo per donne con due figli e con contratto indeterminato. Quindi ci chiediamo: a chi sono indirizzati realmente questi aiuti?», ha chiesto una delle attiviste. La narrazione perpetrata dagli Stati generali, - ha proseguito - non si limita solo ad aspetti logistici legati al calo demografico e della natalità, «ma sfocia su un piano valoriale e ideologico utilizzando concetti come “le nascite come valore sociale”, “la genitorialità come vocazione intrinseca al nostro essere”, “la difesa della vita e la sacralità della famiglia tradizionale”».
Questa narrazione - rivendica la collettiva - racconta un sistema valoriale molto simile a quello dello slogan “Dio, patria e famiglia”. Uno slogan che nasconde «un’ideologia capitalista, fascista e nazionalista, che riafferma gerarchia di razza, classe e genere e che può essere tradotto con il concetto di lavoro riproduttivo al servizio della nazione. Se volete parlare di violenza di genere o di violenza sulle donne, quello che state facendo voi è parte della cultura patriarcale che ci sta uccidendo».
La collettiva ha concluso: «Ci state chiedendo di mettere a disposizione i nostri corpi con l’obiettivo comune di creare uno Stato più forte. Parliamo a voi che siete qui dentro: vogliamo che smettiate di strumentalizzare la scelta della genitorialità per i vostri scopi propagandistici. Vogliamo che non si parli solo di sussidi e assistenzialismo, soprattutto quando questi aiuti sono inarrivabili; che la genitorialità sia una scelta, non un’imposizione forzata dall’alto di politiche familistiche con ricatti economici».
Foto: Ansa