Casa delle donne

Manca poco alla ricorrenza dell’8 marzo, che quest’anno cadrà di venerdì. Come sempre le piazze e le strade della città saranno animate dai presidi e soprattutto dalla manifestazione organizzata da "Non Una Di Meno". In occasione della ricorrenza abbiamo parlato con Laura Saracino, referente per la formazione "Casa Delle Donne Bologna". Tra l’altro è notizia proprio di questa mattina la messa appunto del protocollo d’intesa tra la Casa delle Donne e Acer Bologna che prevede la selezione di squadre di operai e operaie specializzate per quanto riguarda i lavori di manutenzione all’interno delle case rifugio e degli alloggi dedicati a donne vittime di violenza. «Il protocollo riconosce una specificità degli alloggi che abbiamo in gestione e stabilisce procedure ufficiali per rispondere alla necessità di un centro anti violenza», ha detto Susanna Zaccaria, presidente della Casa delle Donne Bologna. 

Venerdì sarà l’8 marzo e come Casa Delle Donne parteciperete allo sciopero organizzato da  Non Una Di Meno. Perché credete sia importante aderire? 

«Da sempre come Casa Delle Donne abbiamo scelto di partecipare a giornate come queste, a partire dal 25 novembre. Ovviamente è importante che non si parli di violenza solo in queste giornate. Noi lo facciamo 365 giorni l’anno, ma è importante manifestare, agire e aderire allo sciopero per far sentire la propria voce in una giornata che è simbolica; e che, di certo, non è una festa come spesso si crede. Si tratta più che altro di una commemorazione per le donne che hanno lottato e continuano a lottare ogni giorno».

A tal proposito, effettivamente la maggior parte delle persone guarda all’8 marzo come una vera e propria festa. Perché secondo lei?

«Immagino che sia legato a un aspetto culturale del patriarcato. È più facile festeggiare e trovare il modo di dedicare una giornata alla donna o alla mamma piuttosto che fare una riflessione profonda. Questo è un aspetto della cultura patriarcale che tutela lo status quo e preferisce che tutto si conservi così com’è. L’idea dello sciopero, di andare in piazza e occupare spazio nelle piazze, significa far sentire la propria voce come donne e persone per combattere la violenza contro le donne».

Come Casa Delle Donne vi occupate soprattutto di violenza di genere. Tra l’altro a breve dovrà uscire il report con i dati aggiornati al 2023. Ci può anticipare cosa raccontano questi dati?

«Il dato del 2023 rimane sulla scia di quelli degli anni precedenti. Si tratta di dati altissimi: solo nella città metropolitana di Bologna ci sono stati 726 nuovi contatti. Quello che si può dire è che in generale si registrano picchi durante le giornate internazionali e quest’anno il 25 novembre ha coinciso con il caso di Giulia Cecchettin (assassinata dall'ex fidanzato l'11 novembre 2023, ndr): questo ha sicuramente portato a un aumento delle richieste di contatto da parte di donne e giovanissime». 

Qualche giorno fa Michelle Hunziker, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, parlando della sua fondazione ha detto che, a differenza degli altri centri anti violenza, durante il Covid solo Doppia difesa non si è mai fermato. Eppure non è stato così.

«No, assolutamente, è del tutto errato. Anzi, i centri anti violenza hanno ottenuto un riconoscimento come servizio essenziale e, in quanto tali, abbiamo lavorato sempre in quel periodo. Ricordo benissimo la città deserta e le esperte del centro che, munite di lasciapassare, andavano in ufficio, nelle varie case rifugio e continuavano a svolgere il lavoro. In quel periodo le donne facevano più fatica a chiamarci perché i mariti e compagni erano in casa ma le situazioni erano molto più esasperate e complesse». 

 

Foto concessa dall'intervistata