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La protesta pro Palestina dei collettivi universitari è culminata in scontri con le forze di polizia durante l'inaugurazione dell'anno accademico al Teatro Auditorium Manzoni con il rettore Giovanni Molari, la ex presidente del governo neozelandese Jacinda Ardern e la ministra dell'Università Anna Maria Bernini. Circa duecento manifestanti sono partiti da piazza Verdi verso il teatro Manzoni, chiedendo che una delegazione dei collettivi salisse sul palco a esporre le proprie istanze. Il corteo ha raggiunto via Indipendenza, all'altezza di via dell'Orso, dove ha trovato un imponente schieramento di poliziotti in assetto antisommossa a sbarrargli la strada. "Fuori Israele dalle nostre università" e "Unibo è complice del genocidio a Gaza" hanno gridato i manifestanti. Ci sono stati momenti di tensione e scontri tra forze dell’ordine e membri dei collettivi, sono volati sputi e qualche bottiglia. Un manifestante è stato ammanettato e liberato qualche minuto dopo. Cinque esponenti sono intervenuti dopo il discorso della ministra Bernini. Da Gpi (Giovani palestinesi) la denuncia: "Il rettore Molari ci ha strappato il microfono dalle mani quando abbiamo detto che Unibo ha le mani sporche di sangue. La polizia ci ha rimproverato di non aver rispettato l'accordo di tempo di intervento di tre minuti, vantando persino di aver dato spazio al dissenso". Il corteo è poi ripreso fino al 32 di via Zamboni. Domani (21 marzo) è prevista una "contro-inaugurazione".
La cerimonia
«Per me siete sempre stati una fonte di ispirazione e di speranza, non perdete mai la curiosità, la speranza e l’ottimismo». Con queste parole Jacinda Ardern si è rivolta a studentesse e studenti in platea in occasione della cerimonia di apertura dell’anno accademico nel corso della quale le è stato consegnato il Sigillum Magnum dell'ateneo. Ardern si è definita «un’ex politica che proviene dai confini del mondo» e ha espresso quasi stupore per essere stata invitata da «un’istituzione che porta l’onore di essere la più antica università del mondo e che oggi festeggia il suo 936esimo anno accademico». Facendo un paragone, poi, con la sua esperienza: «L’università che ho frequentato in Nuova Zelanda è stata fondata nel 1964, i miei genitori sono più vecchi dell’università che ho frequentato».
«Non accettiamo più alcuna collaborazione tra le nostre università e Israele». Inizia invece così il discorso di Luigi, membro del collettivo "Cambiare Rotta", alla cerimonia di apertura dell’anno accademico. Dai loggioni del teatro Manzoni l’attivista, insieme a un paio di altri esponenti, ha srotolato la bandiera della Palestina e ha preso la parola, poco prima che il rettore iniziasse il suo tradizionale discorso. La richiesta è di «revocare immediatamente il bando Maeci», che finanzia progetti di cooperazione scientifica, tecnica e industriale tra l'Italia e Israele.
Quanto all’Alma Mater, ieri il Senato accademico ha approvato una mozione a favore del cessate il fuoco immediato in tutti i conflitti. «Non è sufficiente – ha detto Luigi – non ci bastano le vuote formulazioni degli organi accademici. Vogliamo un impegno sostanziale, a partire dalla revoca del bando Maeci».
Battibecco in sala anche tra Bernini e il deputato leghista Jacopo Morrone, entrambi seduti in prima fila quando la contestazione è iniziata. Morrone, infatti, aveva mostrato segni di fastidio e aveva chiesto che gli attivisti venissero zittiti. Pronta è stata la risposta della ministra: «No, per favore. Siamo in un’università e ascoltiamo tutti».
Foto nel testo dalla pagina YouTube dell'Università di Bologna
Foto in copertina Dire