maltempo
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Continua il maltempo in Emilia-Romagna. A InCronaca il punto di vista di Belinda Gottardi, sindaca di Castel Maggiore.
Sindaca, ieri il Reno ha rioccupato il suo spazio nella golena, costringendo all’evacuazione delle famiglie che vivono nella palazzina al suo interno. Come mai si è verificato ciò?
«La golena è il “letto del fiume”, un’area “fatta apposta per allagarsi”, per cui è chiaro che, nel momento in cui c’è una piena significativa, quell’area si riempia d'acqua. È successo lo stesso anche nel piano terra della palazzina che però, fortunatamente, non è abitato. La casa, allo stato attuale, è accessibile solo in barca, certamente non abitabile. Ma non c’è da sorprendersi, come si può costruire una casa dentro il letto del fiume?».
Quanti e dove sono ora gli “sfollati”?
«“Sfollati” è una parola grossa, comunque sono una decina e non ho idea di dove siano, non spetta al Comune trovar loro una sistemazione. Ciascuno si organizza per contro proprio, magari trovando alloggio da parenti o amici».
Non è compito dell’amministrazione offrir loro un alloggio, anche se temporaneo?
«No. Le famiglie che abitano lì sanno benissimo che vivono in un luogo “delicato”, con il rischio dell’evacuazione che è all’ordine del giorno. Sono abituati a questo genere di situazione, per loro è normale trovarvi una risoluzione in modo autonomo».
Com’è possibile che il “dover evacuare” diventi la normalità?
«Non dovrebbe chiederlo a me, ma a loro. “Com’è possibile che abitino dentro al letto del fiume”, questa è la vera domanda. Quella casa non l’abbiamo costruita noi, è una costruzione storica, che risale a circa quarant’anni fa. Ma, ovviamente, non è normale che sia proprio dentro l’alveo del fiume».
E non si può fare niente per risolvere questo problema?
«Potremmo offrire a quelle persone (che abitano lì) un luogo diverso in cui andare, ma sarebbe tutto a loro spese e, ovviamente, non vogliono saperne».
Perché si è arrivati ad avere una situazione simile? Dal punto di vista meteorologico.
«La causa è nel cambiamento climatico. Il problema è che veniamo da un luogo periodo siccità e, perciò, il terreno è diventato troppo arido. Se, in passato, carichi d’acqua come quelli delle piogge di questi giorni, sarebbero stati assorbiti subito dal terreno, oggi non è più così. Il terreno, ormai, è disabituato ad assorbire l’acqua e, di conseguenza, si riempiono i fiumi».
Cosa state facendo per prevenire eventuali danni?
«La questione dell’alveo del fiume non è in capo al Comune, ma alla Regione. C’è un piano trentennale di realizzazione di casse d’espansione che, oggi, a distanza di vent’anni, necessita di modifiche e interventi. Ma è un qualcosa di troppo costoso, si tratta di centinaia di milioni, e i Comuni non ce li hanno. Occorrerà che intervenga la protezione civile nazionale».
Quindi il “maltempo” non è una vostra priorità?
«Ma certo che lo è. Ci facciamo i conti ogni giorno, la popolazione ha bisogno di essere allertata e rassicurata… E noi lo stiamo facendo».
I cittadini sono spaventati?
«Più che “spaventati” direi “attenti”. Di situazioni come queste ne abbiamo già viste molte, anche di peggiori. Continuiamo a seguire l’allerta, la polizia municipale monitora costantemente il territorio, la protezione civile fa i controlli. Finché il fiume resta dentro il suo alveo, aldilà di Villa Neri (la casa in golena che è stata evacuata), siamo tranquilli, anche perché, per ora, nessuna zona, oltre quella, è allagata».
Sull’emergenza maltempo, Bonaccini ha detto: «Speriamo che passi tutto senza conseguenze». FdI ha risposto dicendo che «un presidente di Regione non deve sperare, ma lavorare per evitare disastri». Cosa ne pensa di questa “lite”?
«La trovo una polemica inutile, un puro pretesto. Posto che vanno fatti degli interventi, e la Regione li sta facendo, è vero: possiamo solo sperare che smetta di piovere. Inoltre, in caso d’“emergenza maltempo”, si dovrebbe agire "prima" che il tutto accada, e non durante. Anche io mi auguro che smetta di piovere, ma ciò non significa che, nel mentre, non stiamo facendo nulla».
Cosa state facendo?
«Il possibile, anche se è complicato. Si potrebbero fare molte cose, ma è facile sfociare nelle polemiche. Per esempio, la Regione vorrebbe procedere con degli sfalci, tagliare tutti gli alberi che si trovano nell’alveo del fiume, ma così andrebbe contro agli ambientalisti. Altra cosa è quella delle casse d’espansione, da realizzare non appena lo Stato stanzierà i fondi, oppure gli interventi di ripristino sul canale Navile. È un po' complesso perché, appunto, ci sono sempre voci d’opposizione, come quella di Legambiente, ma non si può dire che la Regione non si stia muovendo».
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Maltempo. Crollo di un pino in città
Allerta arancione in tutta la regione per le prossime 24h
Continua l’allerta maltempo in città e in Regione. Questa mattina, in via Graziano davanti alle scuole medie Gandino, la caduta di un grande pino ha sollevato l’allarme. «L'albero è scivolato, appoggiandosi sulla copertura della palestra – spiega Palazzo d'Accursio in una nota – ma fortunatamente non ci sono stati danni, né a persone e né a cose, per cui la scuola rimarrà aperta».
Ma la paura sale, e non solo a Bologna. Per le prossime ventiquattr’ore, infatti, è stata prorogata l’ allerta arancione in tutta l’Emilia-Romagna. «Le precipitazioni previste potranno generare nuovi incrementi dei livelli idrometrici, nonché diffusi fenomeni franosi», allarma la Protezione civile regionale. Arriva, però, la rassicurazione della vice-presidente della Regione Irene Priolo: « Una situazione sotto controllo»
In copertina: Belinda Gottardi. Foto concessa dall'intervistata