Ricordo

Qualche decennio fa lo avreste incontrato passeggiare per piazza San Domenico e se vi ci foste fermati a parlare probabilmente vi avrebbe lasciato il suo laconico biglietto da visita: “Dino Gavina, sovversivo”, nulla più.

È proprio per omaggiare l’anticonvenzionale designer e artista bolognese che oggi il Comune ha dedicato una targa a Dino Gavina (1922-2007), la cui casa, dove ora vive una delle due figlie avute con l’artista Greta Schödl, si affaccia proprio sulla piazza della basilica. 

«Era un impegno che ci eravamo presi in occasione del centenario dalla nascita di Dino Gavina, il 7 novembre 1922. La nostra intenzione era quella di trovare uno spazio pubblico per ricordare questo grande imprenditore e creativo bolognese. Ha portato il mondo a Bologna grazie al suo genio nel dare forma alla luce e agli oggetti», ha dichiarato il sindaco Lepore, mentre con un gesto rapido faceva scivolare il drappo a copertura dell’insegna.

A circondare le autorità, familiari e amici che hanno condiviso tanti momenti di vita e lavoro con il progettista: a cominciare dalla moglie, Greta Schödl, e dalle due figlie, Alessandra e Silvia.

Nell’ambito del disegno industriale, ossia l’arte di coniugare la funzionalità del prodotto in serie alla creatività del guizzo estetico, Gavina è stato un innovatore per l’Italia e un avanguardista per il resto del mondo.

Nel secondo dopoguerra, quando illuminazione e arredamento nello Stivale si rifacevano per lo più a uno stanco stile antiquario classicheggiante, il “sovversivo” comprese l’importanza di rinnovare il settore. È difatti considerato uno dei capostipiti del design contemporaneo, colui che seppe traghettare l’arte industriale dalla modernità alla contemporaneità. Questo fu possibile grazie alle numerose collaborazioni che il bolognese seppe intessere con grandi artisti e progettisti italiani e internazionali. Il tutto sostenuto dalla profonda cultura umanistica del personaggio, che gli permise di ibridare con successo le ferree leggi ingegneristiche della produzione in serie alle intuizioni esteticamente più rilevanti dei creativi della sua epoca.

Fu proprio la sua verve avanguardista che lo porterà a conoscere nel 1953 Lucio Fontana, l’artista noto per i suoi tagli nelle tele. Questi lo introdurrà alla X triennale di Milano dove entrerà in contatto con molti architetti e progettisti da cui nasceranno prodotti destinati a fare la storia del design made in Italy: Pier Giacomo Castiglioni, Carlo Scarpa, Kazuhide Takahama, Marcel Breuer.

Creativo e imprenditore, Gavina fondò tre aziende leader nel settore: Gavina Spa nel 1960, fondata a San Lazzaro e affiancata dal negozio di via Altabella 23 progettato da Carlo Scarpa; Flos nel 1962, specializzata nell’illuminazione; infine lo Studio Simon nel 1968 con Maria Simoncini, altra grande designer bolognese.

L’innovativa creatività di Gavina lo aprì al mondo e gli permise di portare il mondo sotto le Torri, così ora questa targa commemorativa suscita nella figlia Silvia un auspicio: «Spero che tanti giovani in questo luogo rendano internazionale la città, perché lui ha portato i grandi del globo qua, in un posto in fondo piccolo, e questo è uno scambio importantissimo da preservare».

 

 

Nell'immagine d'apertura: il sindaco Lepore, la delegata comunale alla cultura Elena Di Gioia e i famigliari di Gavina scoprono la targa commemorativa.

Nell'immagine di fondo: particolare dell'insegna a Dino Gavina.

Foto di: Tommaso Corleoni.