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La "battaglia" al parco don Bosco è terminata, almeno per oggi. Dopo una mattinata di cariche e scontri si è finalmente allentata la tensione. Le forze dell’ordine, a bordo di blindati, hanno abbandonato la zona. I residenti e i manifestanti sono rimasti a contare le perdite. Sono in tutto cinque gli alberi che gli operatori, protetti dalla Digos, sono riusciti ad abbattere questa mattina. Il progetto delle nuove scuole Besta prevede l’abbattimento di tutti gli alberi, trentuno, dell’area verde all’angolo tra via Serena e via Caduti della via Fani. 

Proprio gli alberi sono stati il motivo scatenante del presidio. Alberi che, secondo le persone contrarie al progetto, sono sani e meritano di essere salvati per il bene comune. «Hanno dimensioni importanti – spiega un’attivista del comitato Besta – Per ridurre l’impatto ambientale che comporterebbe l’abbattimento di uno solo di questi alberi bisognerebbe sostituirlo con almeno una ventina di alberelli giovani, numero che il progetto delle nuove scuole Besta non contempla certamente. Il parco è molto vasto, davvero non si poteva scegliere un posto migliore per edificare?». Per salvarli gli attivisti si sono accampati tra le chiome di questi frassini giganti costruendo delle vere case attrezzate con pallet e materiali di recupero. Tutte le costruzioni sono collegate da funi che i manifestanti utilizzano per spostarsi e coperte da tende per la pioggia. Tutto fa pensare che siano decisi a resistere a oltranza. Molti residenti, accompagnati da figli e nipoti, sono scesi per unirsi al presidio. Alcuni si sono portati l’amico a quattro zampe. Intanto, incuriositi dal trambusto, alcuni ragazzi delle scuole medie Besta si sono affacciati dalla recinzione approfittando della ricreazione. Vorrebbero una scuola nuova, bella con una grande palestra ma senza per questo abbattere gli alberi. Tutti hanno commentato che preferirebbero trovare un compromesso che possa fare contenti tutti, anche gli animali che vivono nel parco. 

«Per difendere l’ecosistema e il futuro dei nostri ragazzi bisogna cominciare eliminando tutto ciò che inquina – ha commentato Armando Galletti, 81 anni, residente in zonaUna scuola nuova senza consumi di energie fossili è un primo passo che rappresenterebbe per tutti un grande beneficio. Lo abbiamo già visto con la vicina scuola primaria Chiostri. Un progetto che ha riqualificato non solo la scuola ma anche l’area verde tutt’intorno ed è bellissima. Ora perché non ripetere l’esperienza anche per le scuole medie? Noi siamo per il verde pubblico ma dobbiamo scegliere tra la sicurezza dei nostri bambini e l’abbattimento di alberi vecchi che comunque verranno sostituiti. Questi manifestanti, che non abitano qui e credo nemmeno conoscano bene la situazione, hanno solo colto l’occasione per fare un po’ di casino».

«Quello che è accaduto è incredibile: alcuni delinquenti, travestiti da eco-attivisti, per evitare la realizzazione di una nuova scuola al parco Don Bosco, hanno aggredito a bastonate e pugni le Forze dell'ordine che erano lì col solo scopo di tutelare l'ordine pubblico e di far rispettare la sentenza del tribunale civile di Bologna, che ha respinto il ricorso dei comitati che chiedevano lo stop ai lavori delle nuove scuole – ha dichiarato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp – Il risultato: dieci agenti feriti. Le provocazioni nei confronti degli agenti – ha continuato – sono andate avanti da questa mattina all'alba e si sono concluse solo quando i colleghi hanno lasciato il presidio, tra gli applausi irridenti della folla. È inconcepibile che, ancora una volta, siano i poliziotti a pagarne le spese, ed è drammatico notare il modo in cui ormai venga considerato un comportamento socialmente accettato quello di scagliarsi, a suon di pugni e armati di bastoni, contro gli appartenenti alle Forze di Polizia. Chi in queste ore ha compiuto queste azioni vili e deprecabili dovrebbe essere identificato e scontare una pena severa».

Intanto il presidio continua nonostante le tensioni. I manifestanti invitano la cittadinanza al parco per una serata tra le bancarelle del mercato CampiAperti e la proiezione del documentario "Food for profit" di Pablo D'Ambrosi, Giulia Innocenzi.

 

 

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Foto di Khrystyna Gulyayeva